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  • martedì 29 aprile 2025

La moda italiana si conferma business italiano nel mondo

Moda “made in Italy” nel mondo? Un export da 53 miliardi, + 3,3%. Per sapere dove va, quali sono i maggiori mercati e da dove parte l’export italiano: “La moda italiana nel mondo – Italian fashion in the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano su dati Istat. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile sul sito http://www.promos-milano.it. Ha dichiarato Valeria Gerli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Anche nei giorni di presentazione per la moda uomo, la Fahion Week è un’occasione per i turisti business per apprezzare Milano anche come città d’arte, cultura e leisure. Bisogna invitare a tornare e soggiornare più a lungo a Milano e in Lombardia per approfondire e sperimentare le diverse proposte di visita ed esperienza di svago”. Moda italiana nel mondo: Francia, Svizzera e Germania le maggiori destinazioni, in crescita Cina e Corea del Sud. Gli articoli di abbigliamento valgono da soli oltre 17,5 miliardi di export, +3,5%, seguiti da borse e articoli di pelletteria con 11,4 miliardi, +4,3% e dalle calzature con 9,8 miliardi, +3,6%. Gli aumenti maggiori nel 2018 si registrano per le esportazioni di tappeti e moquette (+10,2%) e maglieria (+6,5%). Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia su dati Istat, anni 2018 e 2017. Le 3 maggiori destinazioni estere per la moda italiana sono: Francia (10,4% del totale), Svizzera (9,9%, +18,7%) che supera la Germania (8,9%, stabile). E se la Francia è il principale partner per articoli di abbigliamento, maglieria, tappeti, calzature e pellicce, Hong Kong eccelle per abbigliamento sportivo, la Germania è prima per tessuti e per camicie, T-shirt e intimo, la Svizzera per borse e pelletteria, gli Stati Uniti per biancheria per la casa, la Romania per filati, passamanerie e bottoni, lo Sri Lanka per pizzi e merletti. Le crescite maggiori in Cina e Corea del Sud, rispettivamente +17,8% e +13,3%, bene il Regno Unito (+4,9%). Vanno forte anche i tessuti in Marocco (+23,2%), i tappeti in Slovacchia (+329,2%) e Qatar (+70,8%), la biancheria per la casa in Israele (+25,7%), le passamanerie in Tailandia (+48,4%), i pizzi e merletti in Austria (+98,8%), l’abbigliamento sportivo a Macao (+31,9%), quello in pelliccia in Romania (+36,7%), la pelletteria in Serbia (+25,9%) e le calzature in Canada (+12%). I maggiori esportatori italiani? Milano +9,8%, Firenze +7,6% e Vicenza -1,1%. Milano protagonista della moda italiana con 7,2 miliardi di euro, un settimo circa del totale nazionale. È seguita da Firenze (11,1% del totale) e da Vicenza (8,4%). Vengono poi Treviso, Prato, Reggio Emilia, Bologna, Verona, Biella, Como, Piacenza e Bergamo. Le crescite maggiori in un anno a Piacenza (+33,4%), Milano (+9,8%) e Venezia (+8,4%). Lombardia protagonista della moda con 13,7 miliardi di export, +5,5%, rappresenta più di un quarto del totale italiano. Oltre a Milano, leader in Italia, tra i primi 20 posti ci sono anche Como 10°, Bergamo 12°, Varese 14° e Mantova 18°. In forte crescita Pavia (+48,1%) e Lodi (+41,5%). La Lombardia esporta soprattutto articoli di abbigliamento per 4,8 miliardi (+4,7%), borse e pelletteria per 2,3 miliardi (+14,9%). Tra le province, oltre a Milano, medaglia d’oro per articoli di abbigliamento, per biancheria per la casa, tappeti, passamanerie e pellicce, si distinguono Mantova prima per maglieria, Como seconda per tessuti, Bergamo e Brescia quarta e quinta per filati, Bergamo seconda per biancheria per la casa, tappeti e passamanerie.


 

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