Il ciclone Trump si abbatte sui mercati. Crolla Tokyo
Inizia così la prima settimana di apertura della Borsa, dopo le contrattazioni relative all’insediamento del presidente Donald Trump. Gli investitori restano molto cauti in attesa di chiarimenti sulle politiche della nuova amministrazione Usa. Nel discorso di insediamento il nuovo presidente ha ribadito con forza il suo principio-guida ’America First’: un aumento degli stimoli fiscali all’economia Usa sarebbe gradito, mentre desterebbe timori un eventuale approccio spiccatamente protezionista nella politica commerciale. Le Borse europee chiudono la giornata in perdita, con Piazza Affari in flessione: l’indice Ftse Mib ha perso lo 0,78% soprattutto a causa delle banche, protagoniste nella settimana in cui si discuterà del decreto salva risparmi, dal quale dovranno arrivare 20 miliardi di euro per ricapitalizzare gli istituti in difficoltà. Strappa al rialzo Generali che, dopo non essere riuscita a fare prezzo in apertura, ha chiuso in recupero del 3,9% sulle indiscrezioni di stampa di un interesse di Intesa Sanpaolo. Sulle altre piazze europee, Francoforte ha ceduto lo 0,7%, Londra lo 0,6% e Parigi lo 0,6%. In Europa, lo spread tra Btp e Bund è a quota 164 punti base, contro i 159 della chiusura di venerdì scorso. Il rendimento supera il 2%. La tensione per la nuova manovra richiesta dalla Ue si fa sentire. Euro in rialzo rispetto al dollaro in apertura dei principali mercati valutari. La moneta unica europea è scambiata a 1,07 dollari, mentre venerdì la bce l’ha rilevata a 1,0632 dollari. Alla chiusura dell’Europa, a Wall Street, l’indice Dow Jones in calo dello 0,35%, lo S&P dello 0,5% e il Nasdaq dello 0,37%. Del clima internazionale difficile, il primo a farne le spese però è stato l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo che ha chiuso in calo dell’1,29% a 18.891,03 punti. Il mercato azionario giapponese ha avviato la nuova ottava in netto ribasso, in presenza di un rafforzamento dello yen poco al di sopra di un cambio a 113 nei confronti del dollaro. La divisa giapponese ha guidato i guadagni di varie valute nei confronti del biglietto verde dopo l’insediamento alla presidenza Usa di Donal Trump, che ha penalizzato soprattutto i titoli delle aziende giapponesi esportatrici e ha riportato sotto quota 19mila il Nikkei. In calo anche le azioni delle compagnie assicurative, nel contesto di un ripiegamento dei rendimenti obbligazionari. Tra i singoli titoli, in recupero quello di Toshiba dopo le indicazioni secondo cui Canon potrebbe investire nella sua divisione chip. Crolla ancora, invece, Takata, in calo al limite massimo giornaliero consentito (dopo il -47% della scorsa settimana) sulla scia delle voci secondo cui i potenziali investitori nella società starebbero richiedendo una amministrazione controllata per limitare futuri oneri legati al problema globale degli air-bag difettosi. Meglio le altre piazze asiatiche, guidate dai tecnologici e da Samsung. "Gli investitori di tutto il mondo sono ancora in gran parte attendisti - commentano i gestori - vogliono vedere se le parole di Donald Trump, neo presidente Usa, si traducano in azione". L’indice MSCI Asia Pacific ha guadagnato lo 0,4%, mentre Hong Kong è poco variata e Shanghai ha chiuso in rialzo dello 0,44 per cento. Taiwan la migliore con +0,99 %. Tra le materie prime, il petrolio, dopo una apertura positiva, vira al ribasso nonostante la riunione dell’Opec del fine settimana che ha dato il via ai tagli di produzione. Il Wti viene scambiato a 52,6 dollari al barile. Il Brent passa di mano a 55,46 dollari. Gli investitori tornano invece a scommettere sui beni rifugio: l’oro sale ai massimi. Il metallo prezioso ha toccato stamani 1.219,55 dollari, con un rialzo dello 0,8 %, facendo segnare il livello più alto dal 22 novembre scorso.
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