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  • lunedì 5 maggio 2025

Il bazooka di Draghi (Bce) spara l’ultimo colpo, tagli sui tassi di deposito, acquisto di bond e maxi-prestito per le banche dell’eurozona

La Bce taglia tasso su depositi a -0,50%. Invariati il tasso principale a 0% e quello sui prestiti marginali a 0,25%.Il consiglio direttivo della Bce ha varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e partirà a novembre. La Bce ha inoltre lanciato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell’Eurozona, allungando la scadenza da due a tre anni e prevedendo tassi più bassi per le banche che prestano ai di sopra di un certo livello. I comitati tecnici dell’Eurotower avevano limato gli ultimi dettagli, con aspettative degli investitori che si concentravano su un nuovo taglio dei tassi dal -0,4% a -0,5% o persino -0,6%; una modifica della forward guidance, escludendo un rialzo dei tassi fino a quando l’inflazione non sarà solidamente al 2% (ad oggi tale impegno si limita a metà 2020); nuove misure per il sistema bancario; e infine un nuovo round di acquisti di bond, riaprendo il quantitative easing con potenzialmente 30 miliardi al mese. Una mossa che Draghi ha preparato con cura, preannunciandola al simposio della Bce di Sintra a giugno, definendone alcuni dettagli a fine luglio, e anticipando una decisione, appunto, questo giovedì. Per gli investitori una simile svolta, a pochi mesi da quando la Bce aveva chiuso gli acquisti netti del ’vecchio’ Qe, ha innescato un’inversione di tendenza: con persino i rendimenti dei bond tedeschi trentennali scesi sotto zero, e i Btp italiani, rafforzati dalla formazione di un nuovo governo meno antieuropeo che dovrebbe evitare scontri clamorosi con Bruxelles sulla manovra, scesi sotto l’1% nella scadenza decennale, con uno spread sotto 150. In fondo Draghi, anche se arrivato a fine mandato, è ancora l’uomo della svolta del ’whatever it takes’ che ha salvato l’euro, e dell’innovazione in una allora conservatrice Bce con il quantitative easing. Tuttavia, come sintetizza Morgan Stanley, "il diavolo è nei dettagli dei pacchetto". E ci sarebbe persino il rischio che l’annuncio del nuovo round di acquisti di titoli (si parla persino di un superamento del limite del 33% delle emissioni acquistabili per ciascun Paese, ipotesi osteggiata dalla Germania) possa slittare. Non solo i governatori di Germania, Olanda, Austria ed Estonia, che siedono nel consiglio, e la consigliera esecutiva della Bce Sabine Lautenschlaeger hanno apertamente osteggiato un nuovo Qe. Ma perché anche alcuni membri più moderati, come il francese Francois Villeroy de Galhau, hanno espresso dubbi se sia il momento giusto: "è una questione da discutere" ha detto il governatore della Banca di Francia. Se il taglio dei tassi sembra cosa fatta di fronte ad aspettative inflazionistiche che galleggiano all’1,2%, alla minaccia dei dazi e alle incertezze di Brexit, la formulazione della nuova forward guidance resta da definire, già alla cena che i governatori terranno mercoledì sera a Francoforte. Sul tavolo ci sono anche misure per mitigare l’impatto sui margini delle banche dai tassi negativi, con un possibile ’tiering’ che escluderebbe da una simile penalizzazione una porzione dei depositi bancari, e un nuovo round di maxi-prestiti alle banche. Ma è sul Qe che si concentrerà il confronto alla Bce: e gli equilibri che si definiranno nel grattacielo di Sonnemanstrasse potrebbero segnare gli inizi del mandato di Christine Lagarde, che promette continuità con la linea interventista di Draghi ma dovrà dimostrarsi un’altrettanto valida costruttrice di consenso fra i banchieri della Bce.


 

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