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  • sabato 21 dicembre 2024

Il 2016 dei mercati europei inizia in negativo

Il 2016 dei mercati europei inizia in negativo. La “sindrome cinese” torna a farsi sentire sui mercati di tutto il mondo, in un lunedì nero in cui l’Europa brucia 264 miliardi di euro e Wall Street registra la peggiore apertura dal 1932. Complicano il quadro, alimentando l’incertezza, le tensioni in Medio Oriente fra Arabia Saudita e Iran.
L’ondata di vendite che si è abbattuta sui mercati è stata innescata dalla Cina, dove lo yuan è sceso ai minimi da quasi cinque anni sul dollaro e dove si è registrato il quinto calo consecutivo della produzione manifatturiera. Crollati i listini cinesi: Shanghai ha perso il 6,8%, Shenzen l’8,2%. I forti cali della seduta hanno fatto scattare i nuovi meccanismi per il controllo della volatilità, che si sono tradotti in una chiusura anticipata degli scambi. In base alle nuove misure, infatti, con perdite superiori al 7% le contrattazioni sono sospese per la giornata. La paura scattata in Cina si è fatta subito sentire in Asia, con Tokyo che ha chiuso in calo del 3%. Ed è arrivata fino all’Europa. La crescita dell’indice pmi manifatturiero nell’area euro non è bastata a contrastare l’ondata di vendite. Piazza Affari ha chiuso in calo del 3,2%, con Ferrari che ha tenuto al suo primo giorno di scambi archiviando la seduta a 43,67 euro, in aumento rispetto ai 43 euro dell’avvio. Pesante Francoforte, che è arretrata del 4,28%. Wall Street ha aperto con perdite del 2%, con il Dow Jones che ha ceduto 450 punti, in quella che è stata la peggior apertura da 84 anni. Poi ha recuperato nel finale, con il Dow Jones che ha perso l’1,58%. Le ultime volte in cui Wall Street ha aperto la prima seduta dell’anno con perdite superiori all’1% è stato nel 2001 e nel 2008, anni di recessione. Le vendite hanno colpito anche le ’favorite’ di Wall Street nel 2015, le cosiddette ’Fangs’: Facebook, Amazon, Netflix e Google.
 
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