Un italiano su 2 disposto a spendere di più per tutelare l’ambiente, la ricerca di Altroconsumo
Cucinare ricette con ingredienti di stagione, ridurre il consumo di carne, ignorare la moda dei “superfood” che spesso incentivano la deforestazione e lo sfruttamento dei lavoratori: sono solo alcuni dei suggerimenti che possono aiutare a “fare del bene” non solo il nostro organismo ma anche quello ambientale. I consumatori non sempre seguono e sono consapevoli di queste semplici, ma utili regole. Altroconsumo, nell’ambito del progetto “La Spesa che Sfida” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (DM 7 febbraio 2018), ha realizzato alcuni strumenti per rendere più semplice la vita dei consumatori, spiegando a cosa fare attenzione, quali informazioni cercare in etichetta, ma anche come non farsi ingannare da immagini e claims pubblicitari o dal posizionamento negli scaffali. Attraverso brevi video di cui saranno protagonisti dieci nuclei familiari tipo (single, coppia di giovani, coppia di over 65, famiglia con bambini, ecc…), l’Organizzazione aiuterà persone a fare la spesa in maniera consapevole per preservare la salute, l’ambiente e il portafoglio. L’indagine di Altroconsumo sulle abitudini degli italiani La spesa impatta non solo su salute e portafogli, ma anche sull’ambiente: ecco perché Altroconsumo ha intervistato 1.625 persone tra i 25 e i 74 anni distribuite su tutto il territorio nazionale. Dall’indagine – i cui risultati vengono presentati oggi in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare nel panel dedicato proprio a La Spesa che Sfida - pubblicata nel numero di Altroconsumo Inchieste di marzo 2020 - è emerso che il 60% degli intervistati crede che le proprie abitudini alimentari impattino sul Pianeta ma al tempo stesso solo il 25% fa “molta attenzione” agli aspetti ambientali valutando ad esempio il tipo di imballaggio utilizzato e controllando se il metodo di produzione è sostenibile. Il 55% degli intervistati dichiara di essere disposto a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili e il 54% sostiene che il prezzo non è il principale criterio di scelta usato per gli acquisti. Questi aspetti vengono cavalcati sempre di più dalle aziende. Da Altroconsumo arriva il suggerimento di non fidarsi ciecamente di slogan, immagini o elementi grafici che lasciano presumere che un prodotto sia “green” ma di approfondire laddove possibile. Marchi e loghi: il caso emblematico dei prodotti Dop e Igp L’indagine dell’Organizzazione si concentra anche su marchi, loghi o slogan apposti sulle confezioni, che dichiarano di rispettare determinati criteri, dal bio al benessere animale, fino a Dop e Igp. Su questo tema, un intervistato su due dice di tenere molto all’origine degli alimenti. Questi bollini, però, non sono automaticamente sinonimo di maggiore sicurezza e qualità e addirittura non sempre assicurano un legame stretto con il territorio. Un rischio che evidentemente viene percepito dai consumatori visto che per l’82% le autorità dovrebbero controllare meglio l’uso di loghi e slogan. Nello specifico, per quanto riguarda gli alimenti bio il prodotto più gettonato sono le uova e l’olio (le sceglie il 41% degli intervistati) seguiti da verdura e legumi (29%) e dalla frutta (26%).
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