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  • mercoledì 30 aprile 2025

Si addestrava per atti di terrorismo, italiano arrestato a Cosenza

 


Un cittadino italiano residente in provincia di Cosenza è stato arrestato dalla Polizia in esecuzione di un’ordinanza del gip su richiesta della Dda di Catanzaro, per auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. Nel materiale informatico sequestrato gli investigatori hanno trovato manuali di istruzioni sulla realizzazione di ordigni, tutorial sulla conduzione di operazioni terroristiche, documenti esplicativi sull’auto addestramento per il compimento di attentati, nonché video ed immagini cruente di esecuzioni dell’Isis, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche dell’Isis, Al Qaeda e altri gruppi terroristici, oltre a documenti in lingua araba auto prodotti dall’indagato.  Il provvedimento è scaturito da un’indagine, denominata "Miraggio", condotta dalla Digos Distrettuale di Catanzaro e di Cosenza, dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Catanzaro con il procuratore Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e il pm Graziella Viscomi. Gli accertamenti sono iniziati in relazione alla segnalazione acquisita nell’ambito della collaborazione internazionale, sulla condivisione, su una piattaforma digitale di contenuti, in lingua araba, di propaganda del terrorismo di matrice jihadista. Approfondimenti investigativi, attività tecnico-informatiche intercettazioni telematiche hanno portato la polizia a concentrare l’attenzione sull’indagato. In particolare le intercettazioni telematiche hanno fatto emergere come il soggetto disponesse di numerosi account su piattaforme social (Telegram. Rocket Chat, Riot) attraverso i quali partecipava a gruppi chiusi di connotazione jihadista per accedere ai quali bisognava essere accreditati e quindi ritenuti affidabili dagli amministratori dei canali. Il quadro indiziario, secondo l’accusa, è stato confermato dalle risultanze delle intercettazioni ambientali e telefoniche oltre che dal contenuto del materiale sequestrato durante le indagini, dispositivi telefonici e informatici, memorie Usb, documenti e manoscritti.


 

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