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  • giovedì 26 dicembre 2024

Sequestrati in tutta Italia sacchetti di plastica illegali

 


Operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri, sull’intero territorio nazionale, nei punti vendita e filiali in franchising di una nota catena di prodotti ittici surgelati per il contrasto all’utilizzo di sacchetti, non a norma, destinati a contenere, pesare e imballare prodotti sfusi venduti.


Gli accertamenti totali hanno interessato 97 esercizi commerciali e sono stati condotti dal personale della Guardia di Finanza e dai militari del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri. In tutti i controlli è stata riscontrata la difformità delle buste in materiale plastico rispetto alla normativa vigente (mancata certificazione di biodegradabilità, compostabilità e rinnovabilità).


L’attività degli investigatori delal Gdf e dei carabinieri ha permesso di individuare, in due casi, i centri di deposito e distribuzione verso i punti vendita del materiale in argomento. Pertanto – si aggiunge – sono state comminate sanzioni amministrative per un importo di 460mila euro e sono stati sequestrati circa 13.900 kg di materiale e circa 2.100.000 sacchetti.


Le violazioni amministrative hanno riguardato la commercializzazione, sia a dettaglio che all’ingrosso, delle buste monouso biodegradabili e compostabili (shopper) che devono essere conformi agli standard europei di ecocompatibilità. Queste buste devono raggiungere in 180 giorni la percentuale minima del 90% di biodegradazione.


Gli shoppers vietati sono, invece, quelli in uso in passato, dotati di manici o bretelle con spessore inferiore ai 200 micron, se per uso alimentare, e 100 micron, se per uso non alimentare. Il costo inferiore fino ad un decimo sul mercato delle buste ormai vietate rappresenta il motivo principale per cui ancora vengono acquistate e utilizzate illecitamente nei singoli punti vendita.


Molti di queste, riportanti la sigla HD-PE vengono indebitamente utilizzate per l’imballaggio di prodotti alimentari sfusi, andando così incontro all’applicazione di una sanzione amministrativa pari a euro cinquemila.


 

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