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  • mercoledì 30 aprile 2025

Orfani vittime del dovere. Dimenticati e discriminati?

Orfani vittime del dovere. Dimenticati e discriminati?


 


Si sente poco parlare degli orfani delle vittime del dovere, quasi come se fosse più comodo far finta che non esistano loro e non esista il problema. Troppo spesso infatti sono dimenticati e discriminati nelle loro richieste di riconoscimento dei propri diritti. Ricordiamo che vittime del dovere, per la legislazione italiana, sono gli appartenenti alle forze di polizia italiane ed alle forze armate italiane caduti o che abbiano contratto infermità invalidanti nell’adempimento del loro dovere. Come ad esempio i tanti che sono venuti a mancare in seguito ad esposizione a cancerogeni, ovvero in altre condizioni particolari, per causa di servizio. L’Osservatorio Nazionale Amianto, anche con la sua ONA TV, ha dedicato molta attenzione alla tutela delle vittime del dovere, così come ai loro orfani. Certo, il punto chiave è la prevenzione primaria, poi quella secondaria. I risarcimenti sono l’ultimo stadio. La cosa che dagli atti di ONA emerge, e che amareggia di più, è che le vittime e i loro familiari si devono battere contro un secondo nemico, che è l’Amministrazione. ONA TV ha dedicato una puntata a questo tema con lo speciale “Orfani delle vittime del dovere, dimenticati o discriminati?”, al quale hanno partecipato, come ospiti del giornalistaconduttore Massimo Maria Amorosini, il Presidentedi ONAEzio Bonanni, il Ministrodella Difesadel Governo Conte 1 Elisabetta Trenta, il ColonnelloRuolo d’Onore Esercito Italiano e membro dell’ONACarlo Calcagni, lo specialistain oncologiamedica Pasquale Montilla, il generaledell’esercito e vittima del terrorismo Roberto Fenu, oltre a due orfanedelle vittime del dovereMara S.e Renata Tiraferri Roffeni. Bonanni ci racconta che ha fortemente voluto la nascita di ONA News“quale strumento per diffondere notizie, testimonianze e storie dei più deboli che difficilmente trovano spazio, voce e risalto nei media tradizionali” ed ancora “perché serve informare il pubblico ma soprattutto tutelarlo”. Ancora oggi il Ministero della Difesa continua ad avere attenzione diversa tra le vittime del dovere e quelle del terrorismo. Di tale discriminazione ne pagano le conseguenze, in particolare, gli orfani di vittime del dovere. Questi ultimi, infatti, se non sono nel carico fiscale della vittima e il coniuge è in vita, ricevono il rigetto delle loro richieste. Durante la trasmissione Bonanni conferma di aver avviato come Osservatorio Nazionale Amiantonumerosi procedimenti per tutelare gli orfani di vittima del dovere, e di aver anche contribuito alla stesura di diversi disegni di legge sull’argomento. Tra gli ospiti anche il generaleFenu, che nel 1994, allora maggiore quarantenne, impiegato nella forza di pace dell’Onuin Libanofu ferito dallo scoppio di una mina anti-uomo a causa della quale ha subito l’ amputazione del piede destro. Riconosciuto vittima del terrorismo, pur avendo proseguito il servizio fino al grado di Generale di Corpo di Armata, ha denunciato che spesso si assiste ad una totale incapacità di applicare le leggi dello Stato. Alla domanda su cosa significa essere vittima del terrorismo e che tipo di riconoscimento economico viene dato alle vittime del terrorismo il generale risponde che “perfino l’esenzione IRPEF ed altri diritti mi sono stati riconosciuti solo dopo i provvedimenti dei giudici”,“nella gestione dell’istruttoria, i funzionari e i dirigenti devono essere più formati. Quindi, la soluzione è quella di una formazione più specifica, con più elevate capacità professionali da parte di chi è chiamato a valutare tali situazioni”. Ha voluto partecipare anche il colonnello Calcagni, nel suo corpo c’è presente contaminazione con 28 metalli pesanti di cui 2 radioattivi, per ribadire il suo impegno nell’ONA “mi impegno per i commilitoni, il mio pensiero va anche agli orfani, penso a quello che provano e ne soffro perché rivedo in loro i miei figli, questo impegno al quale mi dedico con tutte le mie energie costituisce per me il motivo di forza per andare avanti”. Molto toccanti anche le due testimonianze delle orfane di vittime del dovere che non senza una profonda commozione hanno ricordato i loro padri e l’odissea nella quale si sono trovate. Chiara, precisa e assolutamente determinata la partecipazione dell’ex Ministrodella Difesa Elisabetta Trentache vanta una esperienza molto importante sul mondo militare, e non solo per essere stata dal giugno 2018 al settembre 2019 come ministro della difesa nel primo Governo Conte. Durante questo periodo ha dimostrato particolare attenzione anche verso il tema delle vittime del dovere e dei loro figli, tanto da aver fortemente caldeggiato la proposta di leggedell’onorevole Antonio del Monacoche voleva introdurre una vera rivoluzione modificando il procedimento per il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio introducendovi la presunzione, fino a prova contraria, della dipendenza da causa di servizio delle ferite, lesioni o infermità riportate in occasione della prestazione di servizio in attività caratterizzate da elevata intensità operativa o in missioni operative fuori dai confini nazionali. Purtroppo tale proposta dopo il cambio alla guida del Ministero si è arenata ma la Trenta continua nella sua battaglia tanto da lanciare l’idea anche di una sorta di scudo penale per tutti coloro che potrebbero essere chiamati in causa come responsabili per le morti o per le invalidità delle vittime del dovere, ritenendo che forse levando il penale si possa accelerare il riconoscimento dei diritti di quanti hanno pagato con invalidità o con la morte la propria dedizione al Paese. Interesse raccolto subito anche dal Presidente Bonanniche si impegna a lavorare in tal senso e rilancia dicendo che serve puntare su un fondo per le vittime del dovere, tutte, che possa accelerare il riconoscimento e l’indennizzo, e che su questo tema l’ONA a breve lancerà ufficialmente una proposta a cui ha già dichiarato interesse nella sua promozione anche Franco Colombo, il presidentedi FILASC, la Federazione Impresa Lavoro Ambiente e Comunicazione, che intende dare così seguito al protocollo siglato tra le due Associazioni ed aiutare a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica su queste importanti iniziative.


 


M.M.A.


 


 

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