Nove misure di custodia cautelare per le violenze e la devastazione all’ospedale Pellegrini di Napoli

Sei misure cautelari in carcere, 2 misure della permanenza in casa per due minori, mentre una nona persona è attualmente irreperibile. Sono i provvedimenti dell’ordinanza firmata dal Gip di Napoli, ed eseguita dagli agenti della squadra mobile della questura partenopea, per il danneggiamento dell’ospedale Pellegrini di Napoli, avvenuto la notte tra il 29 febbraio e il 1 marzo scorso. Le accuse, a vario titolo, sono di devastazione e saccheggio, interruzione di un servizio di pubblica necessità, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Il nosocomio fu danneggiato da diverse persone che giunsero in ospedale mentre i medici stavano tentando di rianimare Ugo Russo, il 15enne ucciso dal colpo di pistola esploso da un carabiniere.
Il ragazzo ed un complice, poche ore prima, nella zona di Santa Lucia (Napoli), avevano tentato una rapina ai danni del militare 23enne, libero dal servizio, ed in compagnia di una ragazza.
Il carabiniere, temendo per sé e per la ragazza, con la pistola d’ordinanza fece fuoco contro Ugo due volte. Lui, indagato per omicidio volontario, si è difeso dicendo che aveva sentito la pistola scarrellare e che comunque aveva intimano al giovane di abbassare la pistola. Il complice 17enne di Ugo Russo, fermato subito dopo la rapina, raccontò che il militare aveva sparato quando Ugo stava già scappando. Poche ore dopo, durante l’interrogatorio in caserma del 17enne, due persone in scooter anche loro individuate e arrestate alcuni giorni dopo, fecero fuoco contro la caserma Pastrengo.
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