Morti premature da inquinamento, Italia ai primi posti

L’Italia è al primo posto fra gli Stati europei per numero di morti premature annuali (10.400) dovute all’inquinamento atmosferico da biossido di azoto (NO2), e al secondo, dopo la Germania, sia per le morti premature (52.300) causate dal particolato fine (PM2,5), che per quelle (3.000) dovute all’ozono troposferico (O3) misurato al suolo. Sono alcuni dei dati (riguardanti il 2018) dell’ultimo Rapporto annuale sulla qualità dell’aria in Europa, pubblicato oggi dall’Aea, l’Agenzia europea dell’ambiente di Copenaghen.
In totale, secondo il rapporto dell’Aea, nel 2018 l’esposizione al particolato fine ha causato circa 417.000 decessi prematuri in 41 paesi europei, di cui circa 379.000 si sono verificati nell’Ue a 28. Entro la somma complessiva (e non sommati al totale) vanno considerati anche 54.000 decessi prematuri attribuibili all’esposizione al biossido di azoto (NO2) e 19.000 all’ozono troposferico (O3).
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