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  • giovedì 1 maggio 2025

Mafie nel Lazio: crescono gli affari legati alla droga. Preoccupazioni per le guerre intestine e l’arrivo della crimininalità straniera

 


“Nel 2019 – secondo i dati forniti dalla Direzione centrale per i Servizi Antidroga – sono state portate a termine il 14,81% di operazioni antidroga avvenute sul territorio nazionale, l’8,81% le sostanze stupefacenti sequestrate, e il 15,86% le persone segnalate all’autorità giudiziaria”. E’ quanto emerge da “Mafie nel Lazio”giunto alla V edizione e presentato oggi dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme a Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Legalità e Sicurezza della Regione Lazio, alla presenza del Colonnello Francesco Gosciu, Direttore della Dia di Roma, di Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio e del Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. 


Complessivamente in questo anno sono stati sequestrati 3691,60 kg di droga. Nel periodo preso in esame dalle statistiche della locale distrettuale antimafia sono state indagate per reati di associazione mafiosa 295 persone e 178 per reati aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. Quest’anno la pubblicazione fornisce anche alcuni dati relativi ai procedimenti in corso per corruzione nella Capitale per meglio comprendere il rapporto fra i fenomeni corruttivi e quelli mafiosi. Infine, altri dati che rendono le dimensioni del fenomeno oggetto al centro del Rapporto: quelli relativi ai beni confiscati alle mafie nella regione. Attualmente 1243 beni sono in gestione da parte dell’agenzia nazionale e 821 sono stati destinati al riutilizzo sociale e istituzionale, come previsto dalla legge. Per quel che riguarda infine le illegalità economiche, la Banca d’Italia segnala per il Lazio 10.567 operazioni sospette di cui 9037 a Roma.  


 A Roma e nel Lazio clan in fibrillazione


Il salto di qualità dei narcotrafficanti di quartiere realizzato in questi anni a Roma e nel Lazio, mutuando dalle mafie tradizionali il metodo mafioso e operando sul territorio con modalità differenti, a seconda delle aree geografiche o economiche di interesse.


Come si spiega nel rapporto, cercando di cogliere le diverse caratteristiche di questi gruppi criminali, si constata la presenza sul territorio delle narcomafie romane, gruppi criminali che hanno affiancato al traffico di droga la pratica costante e organizzata delle estorsioni, dell’usura e del recupero crediti abusivo, con l’uso del metodo mafioso. Si tratta di una fase evolutiva dei narcotrafficanti – è spiegato nel documento – che può portare nella direzione della formazione di gruppi criminali strutturati di stampo mafioso, che già operano nella Capitale in forme plurime. Questi organismi criminali che agiscono spesso, ma non in maniera esclusiva, in aree geografiche ben definite della città, sono uno dei sintomi di un sistema criminale in continua evoluzione. C’è inoltre una evidente fibrillazione di questi clan nella Capitale in interazione con le mafie tradizionali. 


Gambizzazioni, omicidi, sparatorie sono la parte visibile di un dialogo criminale costantemente in corso nella pancia della città per la conquista di spazi di investimento e il controllo di alcune attività illecite, che va letto con attenzione per comprenderne caratteristiche e conseguenze”.


Il Prefetto di Roma, Piantedosi: “Preoccupa la presenza delle mafie straniere”


 “Roma non è luogo tradizionale di mafie, ma vede crescere sempre più mafie tradizionali in tutte le sue articolazioni e le mafie autoctone e i fatti di cronaca ci confermano la preoccupante presenza di criminalità straniere”. Parole del prefetto di Roma Matteo Piantedosi, oggi alla presentazione del V rapporto sulle Mafie nel Lazio in corso a Roma. “A Roma è tutto più facile per le consorterie criminali e quindi occorre maggiore impegno per il contrasto a questi fenomeni. In nessuna parte come Roma – ha spiegato il prefetto – c’è la saldatura tra degrado urbano e crescita di fenomeni criminali e tutto corre intorno alla droga. La nostra grande scommessa è combattere ciò. L’attenzione va posta su scenari futuri indotti dal Covid e dovuti all’arrivo di nuovi fondi che andranno preservati dall’interesse dai gruppi criminali. Dobbiamo stare attenta che questa miscela, serve prevenzione, bisognerà buttare il cuore oltre l’ostacolo”.


 

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