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  • giovedì 2 gennaio 2025

Mafia, maxi-operazione in mezza Italia. Arrestato consigliere regionale di Fdi in Calabria e richiesta di fermo per un Senatore

Sono 65 le persone coinvolte in un’operazione della polizia di Stato contro la potente cosca Alvaro attiva nella provincia di Reggio Calabria.


L’operazione denominata “Eyphemos” è stata portata a termine nelle province di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia, dove sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari della ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte e del locale di Sinopoli facente capo alla cosca Alvaro. Tra le persone coinvolte nell’operazione c’è anche Domenico Creazzo, appena eletto consigliere regionale nelle fila di Fratelli d’Italia, dove ha conquistato oltre 8.000 voti di preferenza. A Creazzo è stato contestato lo scambio elettorale politico mafioso. Il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte e neo consigliere regionale è stato posto ai domiciliari. Le indagini hanno permesso di accertare che lo stesso Creazzo, nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del gennaio 2020, si era rivolto alla‘ndrangheta, in particolare a Domenico Laurendi, dapprima attraverso il fratello Antonino Creazzo in grado di procacciare voti, in cambio di favori e utilità, grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca Alvaro, e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici. Nei legami con la politica è emerso anche il rapporto con il senatore di Forza Italia Marco Siclari, per il quale la Dda di Reggio Calabria ha chiesto l’autorizzazione a procedere all’arresto. L’ipotesi di reato è scambio elettorale politico-mafioso. A mettere in contatto il parlamentare con Domenico Laurendi, esponente della cosca, sarebbe stato Giuseppe Galletta Antonio, medico ed ex consigliere provinciale di Forza Italia a Reggio Calabria.


«Con l’intermediazione di Galletta – scrivono gli inquirenti – Marco Siclari accettava la promessa di procurare voti da parte del Laurendi in cambio di soddisfare gli interessi e le esigenze della associazione mafiosa. Tra i primi vantaggi ottenuti su richiesta del clan, il trasferimento di Annalisa Zoccali, parente di Natale Lupoi, cognato degli Alvaro, una dipendente delle Poste italiane, a Messina. Con l’aggravante del fatto che Marco Siclari, a seguito dell’accordo, era stato eletto nella relativa consultazione elettorale politica».


Marco Siclari è stato eletto al Senato nel collegio uninominale numero 4 della Calabria con una percentuale del 39,59%, riuscendo ad ottenere a Sant’Eufemia d’Aspromonte 782 voti, pari al 46,10%, mentre nel limitrofo Comune di Sinopoli 435 voti, pari al 63,41%. Con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa è stato arrestato il vice sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Cosimo Idà, “artefice – scrive la questura – di diverse affiliazioni che avevano determinato un forte attrito con le altri componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne allo stesso”. 


Per partecipazione all’associazione mafiosa sono stati arrestati il presidente del Consiglio comunale Angelo Alati «quale mastro di giornata della cosca», il responsabile dell’ufficio tecnico Domenico Luppino, «referente della cosca in relazione agli appalti pubblici del Comune», e Domenico Forgione, detto “Dominique”, consigliere comunale di minoranza, “che aveva il compito di monitorare gli appalti del Comune per consentire l’infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese”.Gli Alvaro avrebbero una propaggine in Lombardia, nel Pavese, nonché in Australia dove è presente un locale di ‘ndrangheta. 


Dalle indagini, condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di polizia di Palmi, è emerso che gli esponenti di vertice del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte sedevano ai tavoli in cui venivano prese decisioni importanti che riguardavano il locale australiano. Alcuni di essi si erano perfino recati in passato in Australia per risolvere controversie legate alla spoliazione di un sodale che venne sanzionato per una trascuranza ma non espulso dai ranghi della ‘ndrangheta.


Per 53 delle persone coinvolte è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre le restanti 12 sono ai domiciliari. Sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, vari reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, reati aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonché di scambio elettorale politico mafioso.


 

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