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  • giovedì 1 maggio 2025

I due gemelli non erano stati sedati. Il padre non li aveva addormentati con nessun farmaco. L’esito del test tossicologico

 


Non li aveva sedati prima di strangolare e togliere la vita ai suoi due bambini. L’esame tossicologico sui corpi di Diego ed Elena, i due gemellini di 12 anni, uccisi lo scorso 27 giugno, mentre erano nella loro casa di vacanze a Margno, nel Lecchese, ha escluso che Mario Bressi li avesse addormentati con l’aiuto di qualche farmaco. L’uomo si è tolto la vita, gettandosi nel vuoto da un cavalcavia non lontano dal paese. I due bambini sono stati trovati dalla mamma Daniela, arrivata di corsa da Gessate, nel Milanese, allarmata dai messaggi del marito che le aveva scritto: "Non li vedrai mai più". Non appena letto quel messaggio, Daniela Fumagalli si era precipitata nella loro casa di villeggiatura e aveva trovato i corpi dei suoi figli nel letto. Mario Bressi e Daniela Fumagalli si stavano separando anche se vivevano ancora insieme a Gessate, in provincia di Milano.  Proprio nella giornata di domenica, per la prima volta dopo il brutale assassinio dei suoi due figlioletti, la mamma era tornata a parlare, affidano al Corriere della Sera il suo sfogo.  La donna ha detto: “Mario lo ha fatto per far male a me, ma ha tolto quelle sue creature ai loro amici, ai loro compagni, ai loro allenatori, al futuro che dovevano vivere. Io non voglio e non posso ricordarli come li ho visti l’ultima volta. Voglio ricordarli con il loro sorriso”. Daniela Fumagalli ha poi spiegato: “Avevamo problemi da molto tempo. Ha fatto qualcosa di spaventoso.Che una persona uccida due bambini con le sue mani lo ritengo impensabile, che lo faccia un padre con i suoi figli è disumano. Come si fa uccidere due creature, i tuoi figli, con le proprie mani?”. Lo sfogo di mamma Daniela: Mi mancano tantissimo.Tutto mi parla di loro”. E poi: “Mi mancano i loro abbracci, le loro voci, le loro domande. Non li vedrò mai più. Tutto cancellato. Per odio”.La madre dei gemelli ha anche detto: “Cerco di reagire, anzi di resistere, alle piaghe di questo dolore. La vita va affrontata, sempre, me lo hanno insegnato i miei genitori. Cerco di vincere la rabbia con la dolcezza, di sfidare le lacrime trovando la forza di sorridere agli altri”. E ancora: “Io non lo so dove va chi scompare, ma so dove resta”. La donna ha escluso di provare odio: “Non so cosa voglia dire questa parola. Come si può odiare un essere umano? Ho dentro tanta rabbia, tanta tristezza, tanto rammarico. E poi su chi potrei riversare l’odio? Su qualcuno che non c’è più, che aveva una personalità deviata, che mi ha odiato profondamente? Sarebbe giusto ripagare con la stessa moneta?”.


C.O.


 

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