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  • martedì 29 aprile 2025

Fuga dal Cara di Caltanissetta: il sindacato di Polizia Consap, chiede di rivedere la politica dell’accoglienza e potenziare le risorse umane.

 


 


“Un evento che non sorprende, questa tipologia di migrante può solo provare a scappare” così si esprime la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, in merito alla fuga, dal centro richiedenti asilo di Pian del Lago, in provincia di Caltanissetta, di oltre un centinaio di richiedenti asilo nella notte di domenica scorsa.


Il sindacato di polizia auspica una forte presa di coscienza della classe politica e di governo, in merito all’insostenibile impegno richiesto alle forze dell’ordine, per controllare un centro, che ospita molti nordafricani, molti dei quali, già, più volte, rimpatriati, che quindi solo rendendosi irreperibili possono cercare fortuna in Italia, visto che quasi sicuramente la loro richiesta di asilo politico sarà rigettata.


“Il rapporto fra controllanti e controllati a Pian del Lago– spiega il Segretario Provinciale della Consap di Caltanissetta Antonio Patti - è di molto inferiore al rapporto di 1 a 10, aggravato dal fatto che all’inizio della settimana scorsa è stato ritirato anche il personale del Reparto Mobile di Reggio Calabria che contribuiva alle turnazioni di vigilanza; un primo intervento che auspichiamo fortemente è l’invio di personale, da parte del Ministero dell’Interno, magari sottoforma di aggregazione, per allentare la pressione sui colleghi che in questi mesi sono impegnati anche dalle attività anti movida per il controllo del rischio contagio, che si assomma alle attività ordinarie di sicurezza aumentate dall’inizio dell’estate.


“In merito al contagio – prosegue Antonio Patti - non possiamo che essere felici per il fatto che fra i migranti in fuga non ci siamo positivi al Covid, come è risultato dal tampone fatto presso il Cara, ma rimane la sensazione che questo non sarà un episodio isolato e se Prefetto e Questore non riusciranno a sensibilizzare con vigore il Viminale, presto potremmo avere un grave allarme sanitario.


“La permanenza presso un C.A.R.A. – incalza Cesario Bortone Segretario Generale Nazionale della Consap – sulla base delle tutele di legge riconosciute, può raggiungere e superare i tre mesi, quindi è necessaria un’inversione di rotta del Governo che deve farsi carico di questo problema, che sembra ormai scaricato sull’Italia e sulle sue forze dell’ordine da tutta l’Europa e che vede la Sicilia ed in parte la Sardegna, divenute aree di contenimento di tipo coloniale, completamente svincolate da una politica organica dell’accoglienza a livello nazionale.


 

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