Fondazione Open, si allarga l’inchiesta giudiziaria di Firenze e Di Maio chiede una Commissione d’Inchiesta
Luigi Di Maio chiede invece una commissione parlamentare d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti. “Non è la prima volta che succede una cosa simile - afferma il leader M5S - E’ evidente che c’è un problema serio per quanto riguarda i fondi e i finanziamenti che ricevono i partiti che finalmente abbiamo disciplinato con la nuova legge anticorruzione. Lo abbiamo chiesto in più occasioni e continuiamo a farlo oggi: serve subito una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti. Lo chiederemo nel contratto di governo che vogliamo far partire a gennaio. Si chiami patto, contratto, accordo, l’importante è che ci siano i contenuti” spiega Di Maio, ribadendo la necessità di garantire “massima trasparenza sulla gestione dei fondi pubblici e privati”. Di tutt’altro tenore il tono della dichiarazione di Matteo Salvini . Fermato fuori da Montecitorio a chi gli chiedeva un commento sull’inchiesta sulla Fondazione renziana Open, il leader della Lega ha risposto: "Non voglio commentare le indagini che riguardano me, figuriamoci quelle che riguardano gli altri". Veniamo all’inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze. L’avvocato fiorentino Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, che era nata per sostenere le iniziative di Matteo Renzi tra cui la Leopolda, è indagato dalla procura di Firenze nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dal pm Luca Turco, che ipotizza il reato di traffico di influenze. La Fondazione Open viene considerata da più parti come la fondazione-cassaforte per le iniziative di Matteo Renzi, tra cui la Leopolda. Lo studio di Bianchi a Firenze, da quanto si è appreso, è stato anche perquisito ieri alla presenza del procuratore aggiunto del capoluogo toscano Luca Turco, il magistrato titolare dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza. Massimo riserbo sulle indagini da parte degli inquirenti. Ha invece confermato che c’è un’inchiesta in corso il legale di Bianchi, l’avvocato Nino D’Avirro. Tra le contestazioni alla base dell’inchiesta, secondo i pm, la fondazione Open avrebbe agito da “articolazione di partito politico”, finanziando la corsa per le primarie o il comitato per il sì al referendum, e avrebbe rimborsato spese a parlamentari mettendo loro a disposizione carte di credito e bancomat. "L’avvocato Alberto Bianchi è indagato per una ipotesi di reato fumosa qual è il traffico di influenze per prestazioni professionali a mio avviso perfettamente legittime" conferma il suo legale, avvocato Nino D’Avirro. "L’avvocato Bianchi - prosegue D’Avirro - ha messo a disposizione degli inquirenti la documentazione richiesta nella convinzione di poter chiarire al più presto questa vicenda che lo sta profondamente amareggiando". Traffico di influenze. E’ questa dunque l’ipotesi di reato per la quale risulta indagato a Firenze l’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente di Open. Perquisizioni della GdF sono state eseguite a Firenze e in altre città italiane, tra cui Palermo, nell’ambito di sviluppi delle indagini relative all’inchiesta della procura fiorentina sulla Fondazione Open che era stata costituita per sostenere le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi. Secondo quanto appreso, la procura, tra i reati contestati nell’inchiesta a vario titolo, considera riciclaggio, traffico di influenze, autoriciclaggio. Tra le città dove i finanzieri hanno eseguito le perquisizioni anche Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli, Palermo. L’inchiesta sulla fondazione Open - da cui sarebbero scaturite queste perquisizioni - è emersa nel settembre scorso quando a Firenze venne perquisito lo studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione. Secondo quanto pubblicava l’Espresso il 21 luglio 2015 “Dei nomi dei finanziatori però, ne conosciamo meno del 50 per cento. Tra quelli pubblicati sul sito ci sono parlamentari, varie case di cura e ospedali privati, fondi di capitali (come l’argentino Corporación América che, con 25mila euro di donazione, vanta interessi anche nel settore aeroportuale) e società. Alcune di queste, come la Bassilichi s.p.a. - che ha donato 20mila euro - lavorano per la pubblica amministrazione in Toscana, ma non solo. Molte, comunque, operano nel campo dell’aeronautica e della gestione di aeroporti e non stupisce, essendo Marco Carrai presidente della quotata Aeroporto di Firenze. Il finanziamento più grande, sempre stando a quanto scritto sullo stesso sito della Fondazione Open, arriva però dalla British American Tobacco: 100mila euro è il contributo lasciato dalla seconda più grande società produttrice di sigarette al mondo che, essendosi aggiudicata la privatizzazioni dell’Ente Tabacchi Italiani nel 2004, vanta marchi nazionali come Ms oltre ai planetari Lucky Strike e Pall Mall”. Vero, falso? Nessuno può ancora dirlo, ma di fatto sta che l’inchiesta rischia di allargarsi a macchia d’olio e di arrivare dritta dritta a Matteo Renzi ?
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