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  • mercoledì 25 dicembre 2024

Blitz della Gdf a Firenze, l’erba di Grace finisce male

 


I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno eseguito all’alba, tra la provincia di Reggio Calabria e Pistoia, 6 fermi di indiziato di delitto per illecita coltivazione di sostanze stupefacenti, aggravata dall’aver agito nell’interesse di un clan della ‘ndrangheta.


I provvedimenti restrittivi rappresentano la fase finale dell’operazione “Erba di Grace”, che aveva già consentito al G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Firenze, verso la fine del 2017, di sequestrare, all’interno di un vivaio dell’agro pistoiese, la più grande coltivazione di marijuana mai scoperta in Toscana, con 3.185 piante, equivalenti a oltre 350.000 dosi di sostanza stupefacente, e di procedere all’arresto di 5 persone colte in flagranza di reato.


La successiva fase delle indagini ha consentito di ricostruire tutte le fasi della filiera produttiva – dalla preliminare organizzazione della serra e semina fino alla coltivazione e alla essiccazione dello stupefacente – nonché di risalire ad ulteriori soggetti coinvolti, ora destinatari dei provvedimenti di fermo adottati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, Sostituto Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia Dott. Eligio PAOLINI.


I soggetti fermati, di origine calabrese, alcuni dei quali inseriti nel tessuto imprenditoriale toscano, altri residenti in provincia di Reggio Calabria, sono stati ritenuti contigui alla nota famiglia di ‘ndrangheta BELLOCCO della Piana di Gioia Tauro.


Dalla ricostruzione investigativa, i fautori dell’attività illecita, insistenti nell’area reggina, avrebbero proposto, a un vivaista di origini calabresi operante nel pistoiese, di coltivare la marjuana nelle serre, confidando probabilmente nel fatto che sarebbe passata inosservata in un territorio dalla nota e ampia tradizione florovivaistica.


Di fatto, nel tempo, il vivaio era stato quasi interamente convertito alla illecita coltivazione, continuando comunque nella normale produzione e vendita di fiori e piante comuni. Mentre dalla Calabria venivano impartite direttive e svolte ispezioni sulla coltivazione, la guardiania della piantagione era garantita notte e giorno sul posto da un sessantenne di origini calabresi.


Tra i soggetti interessati dalla misura emergono un cinquantenne, già condannato per aver importato oltre 200 kg di cocaina dal Sudamerica, nonché un trentenne, accreditato da uno dei fermati come un esperto in fatto di coltivazione di marjuana. Non da meno, un ulteriore cinquantenne, che, benché già sottoposto a misure restrittive per altri reati a Rosarno (RC), forniva il proprio apporto organizzativo attraverso due ragazzi poco più che ventenni, il figlio e una persona di fiducia, provvedendo per l’acquisto delle attrezzature necessarie all’avvio della coltivazione.


L’operazione, con il coordinamento della D.D.A., è supportata dai militari del Nucleo P.E.F. della Guardia di Finanza di Reggio Calabria.


 

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