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  • giovedì 31 ottobre 2024

Beni per oltre 22 milioni di euro confiscati ad un imprenditore in odore di ‘ndrangheta

 


Beni per oltre 22 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda, in esecuzione di un decreto del Tribunale - Sezione misure di prevenzione, a carico di Girolamo Giovinazzo, di 48 anni, di Cittanova, detto Jimmy, ritenuto contiguo alla cosca Raso-Gullace-Albanese di Cittanova, a cui risulta legato anche da vincoli di parentela, avendo sposato Francesca Politi, nipote del defunto capo cosca Girolamo Raso. L’imprenditore, insieme alla moglie, è stato coinvolto, nel luglio 2016, nell’operazione "Alchemia" della Dda contro le cosche Raso-Gullace-Albanese di Cittanova e Parrello-Gagliostro di Palmi, per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e reati contro la Pubblica amministrazione.  Per l’accusa, Giovinazzo ricopriva il ruolo di "portavoce" ed uomo di fiducia di Girolamo Raso, con il compito di mantenere i rapporti con i sodali, con cosche contigue e con il mondo politico ed imprenditoriale, nonché con funzionari pubblici, per agevolare l’ottenimento di commesse o appalti, contributi comunitari ed altre provvidenze. Nell’aprile 2018 la Dia aveva sequestrato beni dell’imprenditore.  Nell’inchiesta Alchemia, Giovinazzo è stato assolto con sentenza del 18 luglio 2020 del Tribunale di Palmi, appellata dalla Dda.   Tuttavia, sulla base del principio di autonomia tra procedimento di prevenzione e procedimento penale, la Sezione misure di prevenzione ha riscontrato elementi di prova valorizzabili in sede di misure di prevenzione "laddove è sufficiente provare l’appartenenza in senso lato ad un’organizzazione criminale e non l’effettiva partecipazione". Così lo ha sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni. Dal punto di vista patrimoniale, sarebbe emerso come la crescita imprenditoriale sia stata agevolata nell’avvio e nell’espansione, dal ricorso a pratiche illecite. E’ stata così disposta la confisca che ha riguardato 5 società operanti nei settori turistico-alberghiero, agricolo, lavorazione del legname e trasporto rifiuti, tra le quali l’albergo di lusso "Uliveto Principessa Park Hotel" di Cittanova. Confiscati anche 15 terreni ad uso agricolo e 2 capannoni ad uso industriale. 


 

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