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  • mercoledì 30 aprile 2025

“I terroni sono inaffidabili” e il boss dei Casalesi gli fa saltare il negozio

 


 


Il metodo e il nome dei Casalesi impiantati nel Veneziano, a Eraclea. Nell’aula bunker di Mestre è in corso il maxi processo che ruota attorno alla figura di Luciano Donadio, imprenditore edile capace di mettere in piedi un meccanismo criminale ora raccontato dal pentito e suo ex braccio destro Christian Sgnaolin. Il boss non esitò, una volta, a piazzare una bomba davanti all’agenzia del titolare che al bar aveva detto: "Donadio è terrone e non è affidabile".    Christian Sgnaolin ha parlato, come riporta il Corriere del Veneto, per un giorno intero mettendo in luce la figura di Luciano Donadio, l’imprenditore che si vantava della sua amicizia con Francesco "Sandokan" Schiavone, il boss dei Casalesi da tredici ergastoli, replicandone in territorio veneto i metodi e ricorrendo, quando necessario, al suo nome e alla sua fama. Il meccanismo criminale scoperto a Eraclea lo scorso anno viene ricostruito nel corso del processo e una figura chiave come quella dell’ex braccio destro del boss Donadio permette di risalire a episodi significativi rispetto al "modus operandi" del clan.   "Donadio non era un usuraio, era contrario a certe pratiche e anzi prestava soldi a fondo perduto", ha raccontato Sgnaolin che però ha anche ammesso che "non esitava a ricorrere alla violenza". Un consigliere comunale che aveva sfiduciato l’allora sindaco Graziano Teso si ritrovò con l’auto bruciata mentre la squadra di calcio che non voleva più la ditta come sponsor venne minacciata. E il titolare dell’agenzia Universo di Eraclea Mare che al bar aveva pronunciato la frase "Donadio non è affidabile, è terrone, dei terroni non ci si può fidare" si ritrovò una bomba davanti alle vetrine del locale: il boss, uno che non aveva mai lasciato debiti, si era risentito e non aveva preso bene quella battuta infelice. "Ti faccio vedere io chi sono i Casalesi di Eraclea", disse poi una volta Donadio sparando contro la vetrina di un immobiliare che non voleva pagare. 


 


 

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