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  • sabato 26 aprile 2025

31 misure cautelari per alti gradi delle Forze Armate e imprenditori. L’accusa: frode, corruzione e turbativa d’asta

 


 


Appalti truccati e corruzioni nelle Forze Armate. Questo il quadro d’insieme per cui gli investigatori della Squadra mobile della polizia di Roma hanno eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31 indagati. Il blitz è scattato alle prime luci dell’alba, all’esito di articolate e complesse indagini supportate da presìdi tecnologici, gli investigatori della Squadra Mobile di Roma – coordinati dalla Procura della Repubblica della Capitale – hanno eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, nei confronti di 31 indagati, tra i quali PP.UU. – appartenenti alle Forze Armate con diverso grado – e imprenditori, accusati, tra l’altro, di frode nelle forniture, corruzione, turbativa d’asta ed altro negli appalti per gli approvvigionamenti delle Forze Armate.


L’ordinanza dispone per 7 indagati gli arresti domiciliari, 5 misure interdittive di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché 19 misure di divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione e di esercitare attività imprenditoriali e uffici direttivi di persone giuridiche e impresa ex artt. 289 bis e 290 c.p.p..


Le indagini, durate quasi un anno, inizialmente hanno fatto emergere episodi di frode contrattuale ai danni delle Amministrazioni dello Stato appaltanti da parte delle ditte aggiudicatarie della produzione dei nuovi distintivi di grado per le Forze Armate, nell’ambito del riordino dei ruoli e delle carriere previsto dal decreto legislativo nr. 94 del 2017 che ha introdotto nuove qualifiche apicali. 


Nel proseguo dell’attività investigativa è stato documentato uno specifico e ben collaudato sistema corruttivo tra imprenditori ed Ufficiali delle FF.AA., ricostruito grazie alle attività di intercettazione telefonica, ambientale e telematica supportata da servizi di osservazione e pedinamento, che vedono alcuni soggetti ripetutamente coinvolti in episodi di corruzione e turbata libertà degli incanti in vari settori.


Nel primo troncone delle indagini, le ditte aggiudicatarie della fornitura dei nuovi distintivi di grado per le uniformi delle Forze Armate  hanno utilizzato un sistema basato sulla costituzione di un “cartello” concordato verso un unico fine, ovvero quello di non farsi concorrenza, o di un accordo post-aggiudicazione in favore di chi avrebbe poi prodotto effettivamente il materiale.


Nella seconda parte delle indagini, sono stati accertati autonomi e distinti episodi delittuosi commessi da Ufficiali dell’Aeronautica Militare che si pongono in condizione di stabile asservimento ad interessi privati.


A margine di tali vicende, è stata altresì acclarata una truffa contrattuale perpetrata nella fornitura di tende modulari a struttura pneumatica per l’Esercito Italiano e in particolare le truppe in missione all’estero tramite una “gara a procedura aperta” per un importo complessivo di oltre nove milioni di euro.


Complessivamente, le indagini hanno permesso di svelare turbative d’asta e frodi negli appalti delle Forze Armate per un valore pari a 18 milioni e mezzo di euro.


E’ stato disposto un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza delle somme di denaro corrisposte ad alti ufficiali delle forze armate per il reato di corruzione.  


Il gip: sistema diffuso


 “Le indagini hanno messo in luce un sistema diffuso di rapporti tra imprenditori e pubblici ufficiali per falsare le gare attributive di commesse della pubblica amministrazione”. Così afferma il gip del tribunale di Roma, Tamara De Amicis, in un passo dell’ordinanza cautelare nei confronti di 31 tra imprenditori e pubblici ufficiali appartenenti alle Forze Armate con diverso grado, accusati di corruzione e frode negli appalti per le forniture del mondo con le stellette. Secondo il giudice quelli emersi sono “rapporti collusivi che si fondano per lo più su reciproche utilità: gli imprenditori risultano vincitori delle gare e i pubblici ufficiali ricevono delle utilità, per lo più somme di denaro (attestate solitamente nell’importo del 10% del valore del contratto) o anche altre utilità, come l’assunzione in favore di parenti”.


Corruzioni e appalti in Forze Armate, gradi made in China


Va detto poi che anche i distintivi di grado passavano attraverso questa giungla criminale.  Avrebbero dovuto esser fabbricati in Italia, ma venivano fatti arrivare dal distretto industriale di Shenzen in Cina, i gradi in velcro da appuntare sulla divisa di Carabinieri e Guardia di finanza. In questo modo un imprenditore coinvolto nell’inchiesta ‘Minerva’ della polizia, che ha portato all’emissione di 31 misure cautelari, è riuscito ad aggiudicarsi un appalto, con la compiacenza di funzionari e ufficiali infedeli. Ma anche per i gradi metallici od i cosiddetti ‘tubolari’ da appuntare sulle spalle ci si rivolgeva alla Cina. Ed anche per una gara di fornitura dei cappelli da Alpini era pronta la triangolazione che dalle ditte aggiudicatarie avrebbe portato alla fine in Oriente. 


 


Agli arresti domiciliari anche un generale dell’Arma Aeronautica, un colonnello e un brigadiere capo della Gdf. Nei guai anche altri ufficiali


Un generale ispettore della Aeronautica, un colonnello dell’arma azzurra in servizio all’aeroporto di Pratica di Mare, un brigadiere capo della Guardia di finanza. Sono questi gli ufficiali dele Forze Armate finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine condotta dalla Polizia di Stato e che ha svelato un vasto giro di corruzioni e favori, mazzette e prebende, per aggiudicarsi un appalto. 


Il gip Tamara De Amicis che ha emesso il provvedimento cautelare ha stabilito la sospensione dal servizio per due colonnelli, un tenente e un brigadiere generale dell’Aeronautica. Gli accertamenti sono stati coordinati del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Antonio Clemente. Secondo quanto spiegato dagli inquirenti le commesse pubbliche che sono state “compromesse” hanno un valore complessivo di 18,5 milioni di euro. 


Le indagini, portate avanti dagli investigatori della Squadra Mobile di Roma, hanno avuto origine da una inchiesta avviata a Frosinone su una presunta associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale e alla creazione di fondi neri che vedeva coinvolta una società aggiudicataria di diverse gare d’appalto per fornitura alle Forze Armate. 


Ed anche non è stata riconosciuta dal giudice l’esistenza di una ‘cricca’ desta impressione che le forniture toccate dal sistema di tangenti riguardi praticamente, escluse le armi, l’intera dotazione delle Forze Armate, dalla digitalizzazione degli scali di Centocelle e Pratica di Mare sino ad un decespugliatore dell’aeroporto, passando per la fornitura di gradi per l’Esercito sino ai distintivi per i carabinieri e Gdf, passando per i gradi ‘tubolari’ delle Fiamme gialle, passando per l’arredamento d’ufficio di una base. 


Secondo i pubblici ministeri le mazzette che venivano date aveva in genere una percentuale del 10% del valore delle gare, oppure anche la promessa di assunzione per figli e familiari. In tutto sono 64 le persone indagate. Le accuse a vario titolo di corruzione, frode nelle forniture e turbativa d’asta.


 

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