‘Ndrangheta, sequestrati beni per 50 mln a 3 imprenditori collusi

Con un’operazione chiamata “Energie pulite”, Guardia di Finanza e Direzione Investigativa Antimafia hanno sequestrato compendi societari, beni mobili e immobili, nonché rapporti finanziari per circa 50 milioni di euro riconducibili a tre imprenditori indiziati di essere appartenenti o contigui a note cosche reggine di ‘ndrangheta (i Barbaro “i Nigri” di Platì e i Nirta “Scalzone” di San Luca).
Gli inquirenti hanno accertato che il valore dei patrimoni dei 3 imprenditori era decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi; fatto luce sulle fonti illecite dalle quali avevano tratto le risorse per la loro acquisizione; e, soprattutto, verificato la natura mafiosa delle attività d’impresa svolte – nel tempo – dai tre, quali imprenditori espressione delle cosche di riferimento.
I sequestri – scattati tra le provincie di Milano, Brescia, Mantova, Varese, Pavia, La Spezia, Vicenza, Lecce e Sassari, sotto il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia – hanno riguardato l’intero compendio aziendale di 18 imprese/società commerciali in Italia e all’estero; nonché 18 immobili, 7 automezzi, una imbarcazione da diporto, 10 orologi di pregio (Rolex, Paul Picot, Baume & Mercier), disponibilità finanziarie e rapporti bancari/assicurativi.
Tra le numerose società sequestrate ci sono la “Canale srl”, comprensiva di 15 unità locali presenti oltre che nella provincia reggina e nelle provincie di Milano, Brescia, Mantova, Varese, Pavia, La Spezia, Vicenza e Lecce, del settore della metanizzazione, e la “PIVEM srl”, del comparto della grande distribuzione (mediante la gestione di un supermercato nel rione Pellaro di Reggio Calabria).
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