Diversi presidenti di Regioni hanno fatto sapere che lunedì le scuole non riapriranno e che, almeno temporaneamente, continuerà la didattica a distanza anche alle superiori. Tutti a casa dalla seconda media in poi nelle "rosse" Lombardia e Alto Adige, mentre in Sicilia avviati test per alunni e docenti anche in vista del possibile rientro per elementari e prime medie. In tutto il Paese tornano in aula 800mila ragazzi delle superiori, sebbene in alternanza. La Regione Lazio conferma che si torna in classe il 18 alle superiori. “La Regione Lazio, come più volte ribadito in questi giorni, da lunedì 18 gennaio sull’apertura delle scuole secondarie si atterrà alla normativa nazionale“. Lo comunica la stessa Regione in una nota nella quale smentisce una fake news “in merito ad un ipotetico posticipo dell’apertura in presenza degli Istituti secondari della Regione“. Nel frattempo, l’Ufficio Scolastico Regionale torna a ribadire le regole che caratterizzeranno la riapertura scuole secondarie di secondo grado, ricordo che bisognerà garantire dal 18 gennaio almeno il 50% di didattica in presenza – per tutelare il diritto all’istruzione degli studenti – senza salire oltre il 75%. Rimangono ferme le usuali eccezioni per l’inclusione scolastica e la didattica laboratoriale. In Friuli Venezia Giulia le superiori non riaprono - "Lunedì le scuole non riapriranno", ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga riferendosi alla decisione del Tar che ha accolto il ricorso di alcuni genitori contro la sua ordinanza di chiusura delle superiori fino a fine gennaio. Sembra che Fedriga stia ora lavorando a una nuova ordinanza che scongiura la decisione del Tribunale.
"Se tra due settimane i dati non ci dovessero convincere, stabiliremo misure maggiormente restrittive e chiuderò anche le scuole primarie e le prime classi della media. E questo nessuno potrà impedircelo. Allo stato non sono le scuole il focolaio, però se il dato non cala tutto quello che sarà necessario sarà fatto", ha detto il presidente della Sicilia Nello Musumeci.
Anche il presidente della Puglia Michele Emiliano manterrà la didattica a distanza alle superiori per altri sette giorni "in modo da contenere ulteriormente la curva dei contagi. Per primarie e secondarie di primo grado si manterrà come sempre un sistema che consenta alle famiglie che non desiderano la didattica in presenza di ottenere la didattica digitale integrata senza l’obbligo alla presenza". Emiliano ha poi aggiunto: "Voglio ringraziare il personale della scuola che ci sta dando una mano enorme nel tenere bassa la curva. La scuola non è un posto sicuro, come non è un posto sicuro qualsiasi luogo dove si sta seduti per ore nella stessa stanza". La Basilicata, Regione a zona gialla, conferma che per le scuole superiori la didattica a distanza resta obbligatoria fino al 31 gennaio. La decisione, che conferma quella del 9 gennaio, è stata presa dal presidente della Regione, Vito Bardi, con una nuova ordinanza sull’emergenza coronavirus.
Tutti assolti nel processo sull’assegnazione di alcuni chioschi a Ostia. I giudici della III sezione della corte d’appello hanno fatto cadere tutte le contestazioni, di concussione aggravata dalla mafia, in relazione allo stabilimento ‘Orsa maggiore’. Per questo episodio il collegio ha ritenuto “il fatto non sussiste”. Rispetto alle fattispecie di falso è stata invece riconosciuta l’intervenuta prescrizione. Tra gli assolti figura Armando Spada, esponente dell’omonimo clan, considerato di spicco sul litorale romano e che aveva auto cinque anni e otto mesi. Assolti anche l’ex direttore tecnico e dell’unità operativa ambiente del municipio XIII, Cosimo Appeso; il luogotenente della Marina Militare, Ferdinando Colloca; Damiano Facioni, amministratore della società Bludream; Matilde Magni, moglie di Appeso; e l’imprenditore Angelo Salzano. I legali nel corso dell’udienza hanno reso noto che nei mesi scorsi è deceduto Aldo Papalini, che in primo grado aveva avuto 8 anni e sei. L’avvocato Nicola Madia, che insieme con Luigi Santarelli, ha assistito Colloca, ha spiegato: “Oggi è stata riparata una grossa ingiustizia. I giudici della corte d’appello hanno saputo riconoscere le ragioni presentate dalla difesa”.
Sono iniziati i lavori di riqualificazione del Parco Commendone, spazio verde di 1,8 ettari compreso tra gli edifici di edilizia residenziale pubblica, nel quartiere Torrevecchia (XIII Municipio). Il progetto prevede interventi sull’area giochi, sulla vegetazione con la messa a dimora di alberature (in prevalenza ciliegi da fiore) e sugli arredi urbani attraverso la sostituzione delle panchine e dei cestini portarifiuti. Gli interventi più significativi riguarderanno lo spazio ludico che verrà ampliato e notevolmente migliorato con l’installazione di nuove attrezzature al posto di quelle esistenti, la realizzazione della pavimentazione sull’intera area e la creazione di una pista circolare che potrà essere utilizzata dai bambini per andare in bicicletta o per pattinare.
Il Dipartimento Tutela Ambientale, sulla base delle richieste dei cittadini, ha ideato e finanziato il progetto che costerà circa 122mila euro (più le spese fisse). A ciò si deve aggiungere un ulteriore stanziamento da parte di Roma Capitale, di quasi 70mila euro, per la realizzazione da parte di Areti-Gruppo Acea di un nuovo impianto di illuminazione lungo il viale principale, i quattro viali secondari e l’area giochi.
“Vogliamo creare un sistema di parchi connettendo tre importanti aree del quartiere: Collinetta Boccea, il Parco Nicholas Green e il Parco Commendone. Miglioreremo la fruizione dello spazio ludico installando una diversa tipologia di attrezzature, più resistente e adatta anche a bambini e ragazzi in età scolare. Stiamo investendo fondi importanti per recuperare e valorizzare aree verdi periferiche che spesso rappresentano tasselli fondamentali per la vita di interi quartieri”, ha spiegato l’assessora alle Politiche del verde Laura Fiorini.
Ha aperto le porte ai primi ospiti “Casa delle Viole”, il nuovo cohousing per persone anziane inaugurato dall’Amministrazione in zona Monteverde in un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Il cohousing ha stanze con 6 posti letto e valorizza gli spazi comuni, come salotto, cucina e terrazzo, che vengono vissuti in condivisione dagli ospiti. L’appartamento è stato riadattato negli spazi dal Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale. L’arredamento delle stanze è stato finanziato con fondi PON Metro, che contribuiscono insieme a fondi dell’Amministrazione Capitolina alla gestione del servizio.
Gli ingressi degli ospiti sono stati condotti a partire dal 22 dicembre, nel rispetto della normativa per la prevenzione del contagio da Covid-19, con sanificazione di tutti gli ambienti e screening sanitario prima dell’accoglienza. “Abbiamo tenuto ad aprire prima di Natale le porte di questo nuovo cohousing, perché volevamo fortemente che gli ospiti potessero passare qui, nella loro nuova casa, questo momento speciale. I cohousing sono le forme di ospitalità su cui stiamo puntando, perché superano la logica delle grandi dimensioni delle case di riposo a favore di appartamenti da condividere in un contesto di nuova ‘famiglia’, con l’obiettivo di valorizzare le caratteristiche personali delle persone anziane”, dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi. L’Amministrazione ha strutturato un programma di potenziamento e riarticolazione della capacità di accoglienza del Comune attraverso residenze di piccole dimensioni, riorganizzando il sistema di residenzialità per le persone anziane in stato di bisogno. Il progetto comprende sia l’apertura di nuovi cohousing e comunità alloggio che, parallelamente, la ristrutturazione delle Case di Riposo di Roma Capitale con nuove forme di residenzialità, come cohousing e miniappartamenti sempre monitorati dagli operatori. L’obiettivo finale è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzando un modello di ospitalità basato sull’invecchiamento attivo che promuova l’autodeterminazione e la valorizzazione delle risorse personali, potenziare la flessibilità organizzativa con strutture di piccole dimensioni collegate ai servizi territoriali e nel contesto urbano e ottimizzare i costi delle strutture. “Già ad agosto abbiamo aperto ‘Casa Gaia’, un cohousing in zona Torre Gaia, e altri appartamenti sono attualmente in cantiere in tutta la città, alcuni con lavori in corso e altri più prossimi all’apertura. Stiamo agendo in questa direzione per tutti i settori dell’accoglienza. Apriamo cohousing e progetti di semiautonomia in residenze di piccole dimensioni anche per sostenere le persone senza dimora, stimolando il reinserimento sociale e lavorativo, per accompagnare i neomaggiorenni che escono dalle nostre case famiglia verso percorsi formativi e lavorativi, per ospitare donne vittime di violenza insieme ai loro bambini fino alla riconquista dell’indipendenza e dell’autonomia. La persona torna al centro dei servizi che Roma offre”, dichiara l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale Veronica Mammì.
“D’intesa con la sindaca Virginia Raggi è stata convocata per mercoledì 20 gennaio, alle ore 15.00, la prima Conferenza dei presidenti dei Gruppi che avrà ad oggetto la riforma dei poteri, delle risorse e delle funzioni di Roma Capitale”. E’ quanto comunica in una nota il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito.
“Trattandosi di un tema di grande interesse per la città (peraltro già oggetto di una nota della sindaca del 28 dicembre u.s. e di una mozione ex art. 58 votata in Aula lo scorso 12 gennaio) si provvederà a fornire aggiornamenti puntuali circa gli sviluppi dei lavori della suddetta Conferenza dei presidenti” ha concluso De Vito.
Al fine del contenimento dell’inquinamento atmosferico, è stata disposta nella Ztl Fascia Verde la limitazione alla circolazione veicolare secondo le seguenti modalità:
– nelle giornate di sabato 16 e domenica 17 gennaio, dalle ore 7.30 alle ore 20.30, stop per i ciclomotori e motoveicoli PRE-EURO 1 ed EURO 1; per gli autoveicoli a benzina PRE-EURO 1, EURO 1 ed EURO 2; per gli autoveicoli diesel PRE-EURO 1, EURO 1 ed EURO 2;
– nella giornata di lunedì 18 gennaio, dalle ore 7.30 alle 20.30, stop per i ciclomotori e motoveicoli PRE-EURO 1 ed EURO 1; per gli autoveicoli a benzina EURO 2″. E’ quanto rende noto il Campidoglio. Il testo dell’ordinanza e le relative deroghe sono riportati online sul portale di Roma Capitale.
“Su oltre 12 mila tamponi nel Lazio (-1.873) e oltre 16 mila antigenici per un totale di oltre 28 mila test, si registrano 1.394 casi positivi (-422), 36 i decessi (-11) e +1.583 i guariti. Diminuiscono i casi, i decessi e i ricoveri, mentre aumentano le terapie intensive”. Sono i numeri diffusi dall’Assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. “Il rapporto tra positivi e tamponi è a 11% ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 4%. I casi a Roma città tornano a quota 600. Il valore RT è a 1.1 con incidenza a 14 giorni pari a 374 per 100 mila abitanti. Il trend settimanale vede focolai in aumento e i casi in lieve diminuzione. La situazione richiede la massima cautela e attenzione. La zona arancione – spiega – era prevista. Nella Asl Roma 1 sono 234 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano sei decessi di 78, 79, 80, 83, 83 e 89 anni con patologie. Nella Asl Roma 2 sono 297 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Centoventinove i casi su segnalazione del medico di medicina generale. Si registrano cinque decessi di 70, 71, 76, 77 e 88 anni con patologie. Nella Asl Roma 3 sono 131 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Nove casi sono ricoveri. Si registrano quattro decessi di 74, 79, 84 e 86 anni con patologie. Asl Roma 4 sono 28 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano quattro decessi di 86, 88, 94 e 98 anni con patologie. Nella Asl Roma 5 sono 82 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano tre decessi di 66, 82 e 83 anni con patologie. Nella Asl Roma 6 sono 200 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano cinque decessi di 67, 71, 74, 86 e 95 anni con patologie. Nelle province si registrano 422 casi e sono otto i decessi nelle ultime 24h. Nella Asl di Latina sono 173 i nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano quattro decessi di 68, 73, 74 e 85 anni con patologie.
Nella Asl di Frosinone – aggiunge – si registrano 93 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio, contatti di un caso già noto o con link familiare. Si registrano due decessi di 61 e 90 anni con patologie. Nella Asl di Viterbo si registrano 75 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Ventitre sono i casi con link a casa di cura a Nepi dove è in corso l’indagine epidemiologica. Si registra un decesso di 78 anni con patologie. Nella Asl di Rieti si registrano 81 casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 86 anni con patologie” conclude l’assessore D’Amato.
Oltre 262 milioni di euro per 119 interventi in 19 Regioni. Sono i numeri del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico 2020 (Piano stralcio, Dl 76/2020): progetti immediatamente esecutivi e cantierabili per la messa in sicurezza del territorio dai rischi sempre maggiori derivanti da eventi climatici estremi su aree del Paese particolarmente vulnerabili. “I lavori non si fermano e non possono fermarsi – afferma il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa – Stiamo aprendo i cantieri per la tutela del territorio, i più importanti, per proteggere il nostro Paese fragile e affinché non ci siano più tragedie”. “Si tratta di progetti immediatamente esecutivi e cantierabili – spiega il Ministro – Già con il dl agosto abbiamo messo a disposizione dei Comuni e delle Regioni la società in house del Ministero dell’Ambiente Sogesid, per aiutare le amministrazioni nella progettazione. Con la stessa legge – spiega Costa – ai presidenti di Regione che sono commissari straordinari del dissesto idrogeologico, abbiamo dato poteri straordinari che riducono del 40% i tempi. Abbiamo inoltre previsto di anticipare ai comuni il 30% della spesa, in modo da permettere l’attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere”. “Assegnati 262 milioni di euro alle regioni per interventi cantierabili in prevenzione del dissesto idrogeologico – afferma il Sottosegretario Roberto Morassut – La lotta al rischio idraulico per la difesa del suolo rappresenta un aspetto importante della strategia di ripresa e resilienza, che verrà ulteriormente perfezionata con apposito decreto legge, di prossima emanazione, che semplifica procedure e tempi per la realizzazione degli interventi e rafforza le strutture territoriali, cui l’ordinamento assegna la titolarità della realizzazione delle opere”. I 262 milioni sono ripartiti come segue: Abruzzo: 10 interventi per 9,15 mln; Basilicata: 5 interventi per 6,26 mln; Calabria: 5 interventi per 11,17 mln; Campania: 5 interventi per 14,85 mln; Emilia Romagna: 10 interventi per 15 milioni; Friuli Venezia Giulia: 3 interventi per 5,3 milioni; Lazio: 5 interventi per 19,3 mln; Liguria: 2 interventi per 16 mln; Lombardia: 13 interventi per 26,7 mln; Marche: 5 interventi per 9,4 mln; Molise: 5 interventi per 3,38 mln; Piemonte: 9 interventi per 29,5 mln; Puglia: 6 interventi per 15,2 mln; Sardegna: 8 interventi per 11,6 mln; Sicilia: 7 interventi per 18,5 mln; Toscana: 12 interventi per 20,4 mln; Umbria: 5 interventi per 5,3 mln; Valle D’Aosta: 3 interventi per 2,9 mln; Veneto: 1 intervento per 21,8 mln.
Sarà breve ma intensa l’ondata di gelo russo che sta per investire anche l’Italia colpendo principalmente le regioni adriatiche.
Il freddo ed il maltempo, che porterà precipitazioni nevose anche nelle città costiere dell’est del Paese, durerà infatti fino a lunedì. Le previsioni sono di Edoardo Ferrara, meteorologo di 3bmeteo.com. "Venti freddi dalla Russia - spiega - stanno dilagando sull’Europa centro-orientale e coinvolgeranno anche l’Italia sotto forma di venti di bora e grecale. Tra lunedì e martedì è però previsto un rialzo termico di 5-6 gradi, fino a 7-8 in montagna". In questa parentesi di gelo, peraltro di portata non eccezionale, precisa Ferrara, "l’apice del freddo si avrà nel weekend. Tra sabato e domenica, in particolare, avremo -1 di minima a Roma e Milano, -2 in pianura, tra -2 e -5 nelle valli appenniniche centro-settentrionali". Sotto zero saranno gran parte delle città del Centronord ed è prevista neve sul versante adriatico (Pescara, Chieti, l’Aquila) ma anche a Potenza. "L’inverno - commenta il meteorologo di 3bmeteo.com - si sta dimostrando come ai vecchi tempi, freddo e instabile. E’ possibile che alla fine della prossima settimana ci sia maltempo al nord con neve sulle Alpi".
I sensori che avrebbero dovuto monitorare il ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, non vennero sistemati "dolosamente" nonostante fossero stati tranciati nel 2015 durante alcuni lavori e caldeggiati dal Cesi nel 2017. E’ la nuova accusa che emerge dalle carte dell’inchiesta. I sensori che avrebbero dovuto monitorare il ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, non vennero sistemati "dolosamente" nonostante fossero stati tranciati nel 2015 durante alcuni lavori e caldeggiati dal Cesi nel 2017. E’ la nuova accusa che emerge dalle carte dell’inchiesta. In particolare, i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno insieme all’aggiunto Paolo D’Ovidio, hanno contestato anche "la rimozione o l’omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro". Questa contestazione farà spostare la competenza da un giudice monocratico al collegio. La nuova ipotesi di reato, inoltre, prevede che nel caso in cui si verificasse un disastro o un infortunio dalle rimozioni od omissioni, la pena è da tre a 10 anni. Anche nella perizia degli esperti del gip sulle cause del crollo, nell’ambito del secondo incidente probatorio, era stato sottolineato come "non era stato dato seguito alle raccomandazioni del Cesi per l’installazione di un sistema di monitoraggio dinamico permanente con l’individuazione di specifici livelli di soglia". Quei sensori, secondo la ricostruzione dei finanzieri del primo gruppo coordinati dal colonnello Ivan Bixio, un anno prima della rottura avevano fornito i dati con cui era stato stilato nel 2014 il documento in cui venne scritto che il ponte Morandi era a "rischio crollo", unico viadotto in tutta Italia a riportare quella dicitura. Per gli inquirenti, quel documento dimostrerebbe che la società era a conoscenza dei rischi e che non fece nulla. Una circostanza che potrebbe portare alla contestazione del dolo eventuale e non più a una contestazione colposa.
I sensori che avrebbero dovuto monitorare il ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, non vennero sistemati "dolosamente" nonostante fossero stati tranciati nel 2015 durante alcuni lavori e caldeggiati dal Cesi nel 2017. E’ la nuova accusa che emerge dalle carte dell’inchiesta. I sensori che avrebbero dovuto monitorare il ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, non vennero sistemati "dolosamente" nonostante fossero stati tranciati nel 2015 durante alcuni lavori e caldeggiati dal Cesi nel 2017. E’ la nuova accusa che emerge dalle carte dell’inchiesta. In particolare, i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno insieme all’aggiunto Paolo D’Ovidio, hanno contestato anche "la rimozione o l’omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro". Questa contestazione farà spostare la competenza da un giudice monocratico al collegio. La nuova ipotesi di reato, inoltre, prevede che nel caso in cui si verificasse un disastro o un infortunio dalle rimozioni od omissioni, la pena è da tre a 10 anni. Anche nella perizia degli esperti del gip sulle cause del crollo, nell’ambito del secondo incidente probatorio, era stato sottolineato come "non era stato dato seguito alle raccomandazioni del Cesi per l’installazione di un sistema di monitoraggio dinamico permanente con l’individuazione di specifici livelli di soglia". Quei sensori, secondo la ricostruzione dei finanzieri del primo gruppo coordinati dal colonnello Ivan Bixio, un anno prima della rottura avevano fornito i dati con cui era stato stilato nel 2014 il documento in cui venne scritto che il ponte Morandi era a "rischio crollo", unico viadotto in tutta Italia a riportare quella dicitura. Per gli inquirenti, quel documento dimostrerebbe che la società era a conoscenza dei rischi e che non fece nulla. Una circostanza che potrebbe portare alla contestazione del dolo eventuale e non più a una contestazione colposa.
L’amministrazione Trump ha eseguito nelle prime ore di sabato, solo cinque giorni prima dell’inaugurazione del presidente eletto Joe Biden, la sua 13/a ed ultima condanna a morte di un detenuto in un carcere federale: Dustin Higgs, un afroamericano di 48 anni, è stato giustiziato con un’iniezione letale nel penitenziario di Terre Haute, in Indiana. Lo riportano i media internazionali. Higgs era stato condannato a morte per l’uccisione di tre donne nel 1996 in Maryland ed è deceduto all’1:23 di sabato ore locale (le 7:23 in Italia). L’uomo è il terzo detenuto del carcere Terre Haute ad essere giustiziato questa settimana. Prima di lui nello stesso carcere erano stati giustiziati Corey Johnson (ieri) e Lisa Montgomery (mercoledì), la prima donna ad essere messa a morte in 70 anni.
Certo non è il miglior viatico per la ’due giorni’ di congresso: la maggioranza dei tedeschi ritiene che tre sfidanti alla leadership della Cdu siano inadatti a prendere il posto di Angela Merkel alla cancelleria. E’ quanto emerge dal sondaggio Politbarometer del secondo canale pubblico Zdf: solo il 29% degli interpellati afferma che Friedrich Merz, il candidato conservatore, e Norbert Roettgen, il centrista ex ministro dell’Ambiente, siano adatti ad assumere il ruolo di cancelliere della Germania. Per quanto riguarda il governatore del Nord-Reno Vestfalia, Armin Laschet, l’apprezzamento è di poco inferiore, al 28%. Neanche tra gli elettori del blocco Cdu/Csu nessuno dei tre è favorito come candidato al ‘Bundeskanzleramt’. Stando al Politbarometer, la partita che inizia questa sera al congresso interamente digitale (già rinviato due volte a causa della pandemia da coronavirus) è totalmente aperta: nessuno dei tre candidati è favorito in maniera netta, le distanze sono ridottissime. Merz e Laschet sono perfettamente appaiati nelle preferenze dei tedeschi come nuovo leader del partito che fu di Adenauer e di Kohl, con la preferenza del 28% dei tedeschi. Le quotazioni di Roettgen scendono al 24%. Tra i soli militanti cristiano-democratici cresce l’apprezzamento per Merz al 37%, seguito da Roettgen al 26% e da Laschet al 25%. Un dato, quest’ultimo, solo parzialmente indicativo, dato che comunque il nuovo presidente della Cdu sarà eletto dai 1001 delegati. Una delle domande più attese del sondaggio riguarda i potenziali cancellieri provenienti da altri partiti: il 54% degli interpellati indica il capo della Csu e governatore bavarese Markus Soeder come uomo in grado di prendere il posto di Merkel, seguito dal candidato della Spd, il ministro alle Finanze Olaf Scholz, con il 45% delle preferenze. Meno profilato - nonostante altri rilevamenti demoscopici che danno la sua popolarità in fortissimo aumento - il ministro alla Sanità Jens Spahn, che si ferma al 32% delle indicazioni. Il duo dei co-leader ambientalisti dei Verdi, Robert Habeck e Annalena Baerbock, mettono a segno rispettivamente il 28% e il 22% del favore dei tedeschi. Il nuovo leader della Cdu sarà eletto sabato per via digitale, che verrà successivamente confermato con un voto postale.
Misure di sicurezza rafforzate per l’Inauguration Day del 20 gennaio a Washington, col Pentagono che ha autorizzato il dispiegamento fino a 25 mila uomini della Guardia Nazionale, a difesa della cerimonia del giuramento e dell’insediamento alla Casa Bianca di Joe Biden. I militari inizialmente previsti per le strade della capitale federale era di 21 mila. Intanto Donald Trump lascerà la Casa Bianca mercoledì mattina, 20 gennaio,pochissime ore prima della cerimonia dell’Inauguration Day, quando Joe Biden giurerà come 46/o presidente degli Stati Uniti e si insedierà a 1600 Pennsylvania Avenue. Lo riportano fonti dell’amministrazione riportate da diversi media Usa. Il Marine One, l’elicottero presidenziale, porterà per l’ultima volta Trump alla base di Andrew dove ad attenderlo per l’ultimo volo ci sarà anche l’Air Force One, a bordo del quale si recherà in Florida nella sua residenza di Mar-a-Lago, a West Palm Beach. Sulla pista della base verrà organizzata una cerimonia di addio con tanto di red carpet, banda militare e 21 salve di cannone. Alcuni membri dello staff della Casa Bianca lo seguiranno in Florida dove continueranno a lavorare per l’ex presidente e la sua famiglia.
Allarme sulle nuove dosi attese di vaccino Pfizer in Italia come in tutta Europa. "Alle 15,38 di oggi - fa sapere il commissario Arcuri -la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. "Il Commissario all’emergenza - ha detto Arcuri - preso atto della gravità della comunicazione nonché della sua incredibile tempistica, ha inviato una formale risposta a Pfizer Italia, nella quale esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi. Il Commissario ha quindi chiesto a Pfizer di rivedere i propri intenti e auspica di non essere costretto a dover tutelare in altro modo il diritto alla salute dei cittadini italiani".
"Le ordinanze sono costruite sulla base di dati oggettivi e indirizzi scientifici. Hanno la finalità di contenere il contagio in una fase espansiva dell’epidemia. Per questo rispettarle è decisivo se non si vuol perdere il controllo del contagio" lo afferma il ministro della Salute Roberto Speranza. Nove Regioni passano in area arancione: sono le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.
La Campania insieme ad altre 5 regioni/PA restano in fascia gialla. Sono Sardegna, Basilicata, Toscana, Provincia Autonoma di Trento, Molise. Rinnovate tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5, le scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio ’alto’ o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso. Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo.
Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.
Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18.Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni: "Non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori" ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori. Durante la riunione era stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a rispondere sottolineando che l’esecutivo avrebbe mantenuto la norma per evitare casi di movida, ma palazzo Chigi e il Mise si sarebbero messi al lavoro per "limitare al massimo i divieti" alle sole bevande e alcolici. Sempre Boccia ha garantito, nonostante la crisi di governo, "massima priorità" per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi. Tra queste c’è lo sci: gli impianti non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti.
Chiuse anche palestre e piscine - anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle - così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei,ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. "E’ un servizio ai residenti - ha sottolineato il ministro Dario Franceschini - è un primo passo, un segnale di riapertura" per il futuro. Non l’unico.
Con il decreto viene infatti introdotta la ’zona bianca’, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci - 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso - fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.
Un quadro dalle tinte drammatiche quello mostrato dall’Osservatorio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sui consumi culturali degli italiani nel 2020. Una situazione difficilissima, in particolare per gli spettacoli dal vivo bloccati dal lockdown e dalle successive misure di contenimento della pandemia che hanno determinato un crollo degli spettatori per cinema, musica e teatro e forti riduzioni di spesa da parte dei consumatori tra dicembre 2019 e settembre 2020 con punte di oltre il 70%. Il dato più significativo della ricerca Confcommercio-Swg è quello del crollo della spesa mensile che da la misura delle enormi difficoltà del settore.
Tiene la lettura sia dei libri, con una preferenza per il cartaceo sebbene oltre italiano su tre utilizzi anche il formato digitale, che dei quotidiani, consultati principalmente in versione gratuita online e con un rapporto di circa 1 a 2 tra lettori in digitale a pagamento e lettori in cartaceo; in calo tutte le forme di abbonamento a servizi culturali a pagamento ad eccezione della TV in streaming (+17 punti su dicembre 2019) e con un terzo di italiani che pensa di utilizzare prevalentemente piattaforme streaming a pagamento a testimonianza di un crescente interesse per questo tipo di offerta televisiva rispetto a quella generalista; la forma di fruizione tradizionale della cultura ha lasciato spazio al digitale, come già evidenziato da una precedente ricerca Confcommercio-Swg con la visione di spettacoli dal vivo, opere, balletti e musica classica soprattutto sul web o in TV.
Per il presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana, “i dati della nostra indagine sono senza dubbio allarmanti con una riduzione dei consumi culturali del 47% e una spesa mensile per famiglia che è crollata a 60 euro nel 2020. E sono dati che ci rappresentano tutta la drammaticità della situazione delle attività culturali nel nostro Paese. E’ stata fatta una politica di ristori, ma non è sufficiente". "Oggi - ha osservato Fontana - è necessaria una strategia con una serie di interventi che consentano una ripartenza delle nostre attività perché la popolazione non può essere ancora per lungo tempo privata di quello che è anche un nutrimento dello spirito”.
“Apprezziamo la volontà di dare continuità agli interventi di Cassa Integrazione e Assegno Ordinario con ulteriori 18 settimane di Cig Covid che, per quanto ci riguarda, dovranno riguardare tutti i settori ed abbiamo sottolineato che contestualmente va data continuità anche al blocco dei licenziamenti creando le condizioni per una tenuta sociale necessaria in questo difficile periodo”. Ad affermarlio è il segretario confederale della Uil, Ivana Veronese, dopo l’incontro sugli ammortizzatori sociali con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Si è svolto, oggi, “il primo degli incontri dedicato alla riforma degli ammortizzatori sociali e riteniamo positivo che oltre alle linee generali della riforma si sia affrontato immediatamente il tema riguardante il prossimo decreto ristori e le emergenze che lo caratterizzano”, ha spiegato la sindacalista.
Con il prossimo decreto ristori Catalfo “ha confermato la volontà di prorogare la Naspi e la Dis-Coll ma abbiamo richiesto che si proroghino tutti i bonus e le indennità sinora erogate e che vengano recuperate tutte quelle categorie di lavoratori e lavoratrici che ad oggi sono state escluse dalle indennità. Positivo, infine, che si sia fissata una ulteriore data per affrontare i temi più generali di riforma che dovranno riguardare l’universalità degli ammortizzatori e un più massiccio ricorso alle politiche attive per il lavoro e la formazione”, ha concluso Veronese.
L’ A.N.C.IMP. Associazione Nazionale Consulenti d’IMPresa entra a far parte del sistema confederale. Il Presidente di A.N.C.IMP. Marco Stronati e il Segretario Generale Carlo Verdone hanno espresso viva soddisfazione per questo riconoscimento ed hanno ringraziato il presidente Guido D’Amico per l’impegno costante a tutela di imprese e professionisti. La sinergia tra un’importante confederazione come CONFIMPRESEITALIA e un’associazione giovane e dinamica come ANCIMP darà ulteriore spinta al dialogo e alla collaborazione tra imprese e professionisti in un momento così difficile per il mondo dell’impresa e per i cittadini tutti essendo imprenditori e professionisti due facce della stessa medaglia. A.N.C.IMP., primo network professionale multidisciplinare in Italia, porterà in ConfimpreseItalia un sostanziale e fattivo contributo nel dialogo e nella collaborazione tra mondo professionale e mondo delle micro, piccole e medie imprese. Per il Presidente di ConfimpreseItalia, Guido D’Amico “l’adesione di un’autorevole Associazione quale A.N.C.IMP rappresenta un ulteriore passo in avanti della Confederazione nel sistema delle rappresentanze ed è per questo che ringrazio il presidente Stronati ed il segretario Verdone per la loro grande disponibilità e per il lavoro che, quotidianamente svolgono a favore delle imprese e dei professionisti”.
L’economia italiana ha avuto di nuovo una forte contrazione nell’ultimo trimestre dell’anno scorso (-3,5%) ma dalla prossima primavera tornerà a espandersi. Lo afferma la Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui il Pil nel 2020 ha avuto un crollo del 9,2% a causa della pandemia e tornerà a crescere “in misura significativa dalla primavera, con un’espansione attualmente valutabile nel 3,5% in media quest’anno, nel 3,8% l’anno prossimo e nel 2,3% nel 2023, quando si recupererebbero i livelli precedenti la crisi pandemica”.
“In Italia – spiega Via Nazionale – la crescita superiore alle attese nel terzo trimestre ha evidenziato una forte capacità di ripresa dell’economia. La seconda ondata pandemica ha tuttavia determinato una nuova contrazione del Pil nel quarto trimestre. Sulla base degli indicatori disponibili, questa flessione è attualmente valutabile nell’ordine di -3,5%, anche se l’incertezza attorno a questa stima è molto elevata”.
La stima di crescita per quest’anno (+3,5%) “risente in misura significativa dell’effetto sfavorevole di trascinamento della flessione del Pil prefigurata per la parte finale del 2020. La dinamica dell’attività è invece più robusta a partire dal secondo trimestre e significativamente più forte nel 2022, grazie allo stimolo delle misure di sostegno”.
Per il 2021-23, aggiunge Palazzo Koch, “gli investimenti riprenderebbero a crescere a ritmi sostenuti, beneficiando delle misure di stimolo, e sarebbe considerevole la ripresa delle esportazioni. Quella dei consumi sarebbe invece più graduale, con un riassorbimento solo parziale della maggiore propensione al risparmio osservata dall’insorgere dell’epidemia. L’inflazione rimarrebbe bassa anche nel corso di quest’anno, per poi salire solo gradualmente nel biennio 2022-23”.
Le “ingenti risorse” stanziate dall’Ue “sono un’occasione e, insieme, una responsabilità enorme. Per l’Italia in particolare, oltre a recuperare il terreno perduto con la crisi pandemica, si tratta di voltare pagina rispetto al passato. Non possiamo permetterci di ritornare allo status quo precedente a questa crisi”. Lo scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nell’introduzione alla bozza di Piano nazionale di ripresa e resilienza inviata alle Camere. “L’Italia – aggiunge – da oltre 20 anni fatica a tenere il passo delle altre economie avanzate. Il nostro Paese da tempo sconta tassi di crescita del prodotto e della produttività significativamente inferiori a quelli delle altre maggiori economie avanzate e insufficienti per garantire un miglioramento significativo del benessere dei suoi cittadini. Per uscire da questa crisi e per portare l’Italia sulla frontiera dello sviluppo europeo e mondiale occorrono un progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese, che permetta al nostro Paese di ripartire rimuovendo gli ostacoli che l’hanno frenata durante l’ultimo ventennio. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta il cardine di questo progetto, associandosi secondo un quadro coerente con gli altri strumenti di programmazione economica a nostra disposizione, a cominciare dai Fondi europei disponibili all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale”.
“Io non sono né pilastro, né costruttore, su questa crisi sono molto diffidente". Lo dice Clemente Mastella a Tgcom24. "Al momento - aggiunge - mi chiamo fuori perché, dopo aver cercato di dare consigli su come risolvere la crisi, sono stato attaccato sul personale". All’orizzonte Mastella vede più "un Conte ter con un rimpasto e un rientro di Italia Viva" che "un governo Conte sostenuto da un’altra maggioranza con l’ingresso di responsabili". "Ho visto, ho dato consigli, ora non do più consigli. Tentavo di consigliare per costruire qualcosa di serio per il Paese. Mai come in questo momento, in mancanza di vaccini, con la variante inglese che aumenta, moralmente non era serio aprire crisi di governo. Però, sto scoprendo negli ultimi momenti che io magari tentavo di mettere qualche mattone, altri a togliere i mattoni, quindi se la vedessero loro. Io non sono interessato a nulla. Tranne a fare il sindaco di Benevento", sottolinea Mastella. "Il movimento Meglio Noi per l’Italia ci sarà. Quindi su questo, è l’unica cosa che faccio. Il resto non faccio più nulla. Di questo mi occupo al momento, e di fare il sindaco di Benevento, nient’altro. Perché c’è qualcosa che mi lascia sospetto. Come diceva il nonno, se una cosa è sospetta resto diffidente. E molte cose mi diffidano. Quindi se la vedano loro, voglio dire, hanno fatto il governo, qualcuno è uscito. Davvero, io non sono interessato a nulla, né il capo, né il vicecapo. Non so nulla di nulla di nulla", conclude.
“Secondo me senza di noi non hanno i numeri. Sono lontani da quota 161 al Senato. Hanno raccontato un loro auspicio come fosse la realtà”. Lo dichiara il leader di Iv, Matteo Renzi, in un’intervista al Messaggero, dicendosi sicuro che il suo gruppo a palazzo Madama sarà compatto: “Basta attendere martedì e vedremo chi avrà avuto ragione”. “Adesso – aggiunge – possiamo parlare di vaccini, di soldi per la sanità, di posti di lavoro, di turismo, di ambiente? La strada della matematica si è chiusa, suggerirei di tornare alla politica”. Si rimprovera qualcosa? “Ero sicuro che si provasse a risolvere con la politica, non con gli hastag. Ma vedremo se c’è ancora tempo. Col senno di poi abbiamo fatto molti errori. Col senno di poi non avremmo dovuto fidarci di chi ci ha chiesto di non sfiduciare Bonafede, questo l’errore più grande”. Quanto alla possibilità di riprendere un’interlocuzione con Conte, Renzi risponde: “Deve chiederlo al premier. Lui ha detto: con Renzi mai più. Legittimo. So che sta cercando voti in Senato, spero che stia cercando vaccini almeno quanto cerca responsabili”. “Noi siamo disponibili come sempre, leggo di indisponibilità di altri. Da noi nessuna preclusione, se si parla di contenuti ci siamo”, sottolinea.
Una guerra di numeri. E’ quella che si preannuncia martedì in Senato quando il premier Conte affronterà in Parlamento la sfida aperta da Matteo Renzi e cercherà di far sopravvivere il governo. Italia viva, è ormai con le spalle al muro e di fronte alla scelta ricercata da Conte, M5S e Pd sui ‘Costruttori’, cerca di rientrare in partita. Dopo aver ritirato le ministre e aver aperto la crisi, lascia uno spiraglio: "Se Conte scioglie alcuni nodi, ci siamo". Ma gli ormai ex alleati non aprono le porte
Sintetico Crimi (M5S): "Con Renzi la situazione è e resta invariabile: abbiamo chiuso".
Il Pd di Nicola Zingaretti si dice pronto a sostenere un allargamento della maggioranza, ma chiede di concretizzare quel cambio di passo invocato a più riprese nelle ultime settimane.
E il de profundis su Renzi arriva poi dallo stesso Conte. Fonti vicine al presidente del Consiglio escludono un’apertura del premier ad un possibile ritorno con Italia Viva al governo. Ormai, spiegano le stesse fonti, le strade tra Conte e Matteo Renzi sono definitivamente divise e non ci sarà alcun ritorno alla stessa compagine governativa.
Gli occupati in Italia torneranno ad aumentare solo l’anno prossimo, a causa della crisi del coronavirus. Lo sostiene la Banca d’Italia nel bollettino economico. L’occupazione, misurata in termini di ore lavorate, recupererà entro il 2023 la caduta subita l’anno scorso (-11%). Il numero di occupati, “sceso in misura più contenuta (-1,9% nel 2020) grazie all’esteso ricorso alla cassa integrazione”, continuerà a ridursi anche quest’anno (-0,9%), “scontando gli effetti ritardati della crisi”. Tornerà ad aumentare nel prossimo biennio, con un +1,7% nel 2022 e un +1,3% nel 2023. Nel trimestre estivo del 2020, spiega Palazzo Koch, “con la riapertura delle attività sospese in primavera, sono fortemente aumentate le ore lavorate e si è ridotto il ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Anche il numero di posizioni di lavoro alle dipendenze è tornato a crescere”. Gli ultimi dati disponibili indicano però “un nuovo incremento dell’utilizzo della cassa integrazione a partire da ottobre, seppure su livelli molto inferiori a quelli raggiunti durante la prima ondata dei contagi. A novembre il recupero del numero di nuove posizioni lavorative si è sostanzialmente interrotto, evidenziando un divario rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, in particolare per i giovani e le donne”.
Tragedia in una casa di riposo a Lanuvio, vicino Roma. Cinque ospiti sono morti e altre sette persone sono state trasportate in ospedale in gravi condizioni. La scoperta del dramma sarebbe avvenuta con molte ore di ritardo tanto che i Vigili del fuoco, da quanto si apprende, avrebbero ricevuto la chiamata di emergenza solo intorno alle 10 di sabato mattina. “La struttura di Lanuvio, Villa Diamanti non è un Covid Center né una struttura di carattere sanitario, ma si tratta di una casa di riposo per anziani su cui erano in corso le indagini epidemiologiche da parte del Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 6 per un caso di positività riscontrato il 13 gennaio su un operatore socio-assistenziale della struttura. Operatori e ospiti erano stati tutti sottoposti a tampone il giorno seguente (14 gennaio) e ieri sera si è avuto riscontro di 3 operatori risultati positivi e 9 ospiti positivi”. Lo comunica l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio che precisa che stamani, secondo quanto appreso dal direttore sanitario della Asl Roma 6, era prevista la presa in carico della Asl per i trasferimenti nei reparti Covid. Due operatori socio-assistenziali sono stati trasferiti, appena giunti sul posto i soccorsi, al Policlinico di Tor Vergata e cinque ospiti anziani al nuovo ospedale dei Castelli tutti con sintomi riconducibili a intossicazione da monossido di carbonio. Nella struttura sono, intanto, in corso i sopralluoghi da parte del competente Dipartimento di prevenzione della Asl Roma 6 mentre la situazione viene monitorata dal direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda e dal direttore sanitario della stessa Asl, Roberto Corsi.
Con gran parte delle pizzerie chiuse per l’entrata in vigore delle misure di prevenzione previste dal Dpcm nella nuova mappa di colori nelle regioni, la Giornata internazionale della pizza si celebra quest’anno soprattutto nelle case dove oltre 4 italiani su 10 (44%) hanno scelto di prepararsela da soli pur di non rinunciarci. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it in occasione della giornata dedicata al simbolo della cucina italiana piu’ conosciuta nel mondo che si celebra il 17 gennaio.
Un “compleanno” amaro segnato – sottolinea la Coldiretti – dall’emergenza coronavirus con la grande maggioranza delle pizzerie italiane chiuse per il servizio al tavolo nelle regioni arancioni e rosse e le altre duramente provate dalle limitazioni negli spostamenti e negli orari di apertura, con il coprifuoco, nonostante la debole boccata d’ossigeno rappresentata dalla possibilità di consegna a domicilio e di asporto.
Le pizzerie – continua la Coldiretti – sono forse il settore della ristorazione più colpito dall’emergenza Covid per il consumo serale che si scontra con l’obbligo di chiusura in tutto il territorio nazionale alle 18,00, ma pesa molto anche l’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza.
Le vendite nei locali sono praticamente dimezzate con un crack stimato da Coldiretti in almeno 5 miliardi nel 2020, che mette a rischio il futuro di 63mila pizzerie con circa 200mila addetti presenti lungo la Penisola. Ma le difficoltà – sottolinea la Coldiretti – si trasferiscono lungo tutta la filiera considerato che a pieno regime nelle pizzerie ogni anno si stima vengano impiegati 400 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.
“Da mercoledì se non hanno i numeri saremo in grado di prenderci le nostre responsabilità. Stiamo già ragionando di progetto e squadra alternativi a questa sinistra”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini, al termine del vertice di centrodestra in via Bellerio. “Il centrodestra è pronto a prendere in mano questo Paese. Ha uomini, donne, idee, progetti e credo anche i numeri. Se ci chiamassero noi saremmo pronti. Se hanno i numeri bene, sennò si facciano daparte. O si va a elezioni oppure il centrodestra è pronto”, ha detto Salvini.
Il nuovo Dpcm, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, permette di recarsi nelle seconde case anche fuori Regione. Il testo, infatti, disciplina che "è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione" e, a dispetto del decreto sulle misure per le festività natalizie non è specificato il divieto degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione. Resta, per ogni altro tipo di spostamento che non sia per motivi di necessità, lavoro, studio o salute, il divieto di spostarsi in un’altra Regione.
Impennata di contagi da Covid 19 nelle carceri milanesi. In una settimana i casi tra i detenuti sono cresciuti di oltre il triplo, mentre in tutta l’Italia sono aumentati del 25%. E’ il quadro che emerge dagli ultimi dati comunicati dal Dap ai sindacati della polizia penitenziaria, aggiornati al 14 gennaio. A Bollate erano 36 il 7 gennaio i positivi e ora sono saliti a 109, a cui va aggiunto un altro detenuto ricoverato in ospedale. A San Vittore invece i casi sono 59 (erano 17). In tutto il Paese i detenuti positivi sono 718 (681 asintomatici, 11 con sintomi e 26 ricoverati). Il 7 gennaio erano 556. In tutte le carceri della Lombardia i casi di Covid 19 sono 228, quasi un terzo di quelli nazionali. E’ invece il Lazio la seconda regione per numero di contagi, quasi tutti concentrati nei penitenziari romani. A Rebibbia sono 54 i positivi (altri 4 detenuti sono ricoverati in ospedale), 35 a Regina Coeli. Sessanta i casi in Veneto (37 a Vicenza e 23 a Venezia). Gli altri focolai di maggiore entità sono a Sulmona (53 detenuti), a Napoli nel carcere di Secondigliano (40), a Palermo nel penitenziario di Lorusso (40) e a Lanciano (29). In tutta Italia i poliziotti penitenziari contagiati sono 640. Sommati al personale (61) portano a 701 il totale dei positivi nell’amministrazione penitenziaria
Sopralluogo dei carabinieri del Nas di Bologna all’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì dopo il caso, segnalato ieri sera dalla stessa Ausl Romagna, di 800 dosi di vaccino Moderna che sono andate perse per un guasto al congelatore dove erano stoccati. L’episodio, secondo quanto comunicato ieri sera dalla Ausl, si è verificato la notte tra giovedì e venerdì e secondo le prime ipotesi un errore umano potrebbe aver impedito la messa in sicurezza immediata delle fiale dopo il verificarsi del guasto al congelatore.
In Italia ci sono 16.310 nuovi casi di coronavirus a fronte di 260.704 tamponi effettuati (mentre il giorno precedente l’incremento era stato di 16.146 su 273mila tamponi). Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 475 decessi (contro i 477 di venerdì) per un totale di vittime, da inizio emergenza, che arriva a 81.800. In terapia intensiva sono ricoverati 2.520 pazienti (-2). La Regione più colpita è la Lombardia con 2.134 nuovi positivi.
Ecco i numeri di alcune Regioni
Lombardia - Sono 2.134 i nuovi contagi di Coronavirus in Lombardia secondo i dati del bollettino di oggi, 16 gennaio, della protezione civile pubblicato sul sito del ministero della Salute. Si registrano altri 78 morti nella regione, che da domani sarà zona rossa. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 35.317 tamponi. Gli attualmente positivi sono 57.998, inclusi 454 pazienti in terapia intensiva e altri 3.664 ricoverati con sintomi. I dimessi/guariti sono in tutti 428.393. Sale a 26.172 il totale dei decessi in Lombardia dall’inizio dell’emergenza, mentre i casi totali sono ora 512.563.
Veneto - Sono 1.929 i nuovi contagi da Coronavirus in Veneto secondo il bollettino reso noto oggi. Da ieri sono stati registrati altri 73 morti.
Toscana - Sono 436 i nuovi casi di coronavirus in Toscana resi noti oggi secondo il bollettino della regione. Da ieri sono stati registrati altri 17 morti, 5 uomini e 12 donne con un’età media di 82,7 anni. I nuovi casi sono lo 0,3% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,3% e raggiungono quota 114.850 (90,1% dei casi totali). Oggi sono stati eseguiti 9.354 tamponi molecolari e 5.172 tamponi antigenici rapidi, di questi il 3% è risultato positivo.
Puglia - Sono 1.123 i contagi da coronavirus resi noti oggi in Puglia secondo i dati diffusi dalla Regione. Nel bollettino si fa riferimento a 15 morti. Tra i nuovi positivi, sono 406 in provincia di Bari, 76 in provincia di Brindisi, 100 nella provincia BAT, 217 in provincia di Foggia, 79 in provincia di Lecce, 239 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione, 5 casi di residenza non nota. Tra i 15 decessi, 3 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Taranto.
Lazio - Sono 1.282 i nuovi contagi di Coronavirus nel Lazio secondo il bollettino di oggi, 16 gennaio. Si registrano altri 36 morti nella regione, che da domani sarà zona arancione. "Oggi su oltre 12 mila tamponi nel Lazio (+498) e oltre 17 mila antigenici per un totale di quasi 30 mila test, si registrano 1.282 casi positivi (-112), 36 i decessi e +1.625 i guariti. Diminuiscono i casi e le terapie intensive e sono stabili i decessi, mentre aumentano i ricoveri. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 10%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 4%. I casi a Roma città sono a quota 600", ha spiegato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.
Emilia Romagna - Sono 1.674 i nuovi casi di Coronavirus in Emilia Romagna, secondo il bollettino odierno. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 200.552 casi di positività. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 20.812 tamponi. Purtroppo, si registrano altri 48 morti. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 8.705. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’8%. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 368 nuovi casi, poi Modena (296), Rimini (178) Ferrara (155) e Reggio Emilia (155). Seguono Piacenza (119), Cesena (100); quindi Ravenna (92), Forlì (87), Parma (66) e il Circondario Imolese (58).