La Giunta del Comune di Roma ha dato il via libera a uno dei progetti votati dai cittadini nel processo partecipativo #RomaDecide che sarà coordinato dal Dipartimento Simu di Roma Capitale. In una nota si spiega che si tratta di un intervento legato alla tutela del decoro urbano sul territorio della città. Quello che è stato approvato è il progetto per la riqualificazione ed il restyling della segnaletica stradale sulla Tangenziale Est, nel tratto compreso tra viale Castrense e via Monti della Farnesina, nei pressi dello Stadio Olimpico, per un’estensione complessiva di 13 chilometri per ogni senso di marcia. Saranno sostituiti i cartelli stradali che risultano danneggiati, imbrattati da scritte vandaliche e verranno applicate vernici protettive per facilitare le operazioni di pulizia. I lavori hanno l’obiettivo di ripristinare la visibilità e la sicurezza per gli automobilisti che ogni giorno percorrono la Tangenziale Est. “È fondamentale garantire la necessaria manutenzione sulle infrastrutture per la sicurezza dei cittadini che ogni giorno percorrono strade, viadotti e ponti. Allo stesso tempo è molto importante riqualificare la segnaletica orizzontale e verticale per migliorare le condizioni di visibilità. Con questo intervento, selezionato nel processo partecipativo #RomaDecide, sostituiremo i cartelli danneggiati, ripristineremo tutta la segnaletica scolorita sulla strada e il decoro nel tratto di Tangenziale Est tra viale Castrense e via Monti della Farnesina”, spiega nel comunicato la sindaca Virginia Raggi. “Con la Delibera in Giunta abbiamo approvato uno dei progetti scelti dai cittadini per la tutela del territorio in tema di decoro. Ci occuperemo della segnaletica stradale sulla Tangenziale Est”, precisa l’assessora alle Infrastrutture Linda Meleo.
“In questi giorni su alcuni organi di informazione sono state diffuse informazioni false e fuorvianti riguardo il progetto dell’accoglienza diffusa, funzionale al superamento e alla chiusura dei campi rom. Innanzitutto occorre chiarire che non si tratta di una misura emergenziale né concepita nelle ultime settimane, come erroneamente rappresentato da alcuni media. La misura era già presente sin dal principio nel piano rom e nasce come uno dei molteplici strumenti per favorire l’inclusione dei residenti nei campi”, spiega la Delegata all’Inclusione di Roma Capitale Monica Rossi. “L’accoglienza diffusa è un servizio comunque temporaneo e costituisce un’evoluzione operativa che tiene conto della negativa esperienza dei grandi centri di accoglienza che in alcuni casi si sono tradotte anche in eventi di scontro con la popolazione. Proprio per questo la proposta è stata di cercare piccole strutture o più appartamenti per un numero limitato di individui in un lotto territoriale che comprendesse alcuni municipi di Roma e province del Lazio in qualche modo limitrofe tra loro. Un modo per evitare la ghettizzazione ma anche per arginare alla radice il rischio di conflittualità con chi già vive su quei territori. L’impatto sulle comunità locali sarà così ridotto quasi allo zero”, aggiunge. “La misura consiste in un’evoluzione che tiene conto anche della difficoltà di alcuni nuclei rom di inserirsi autonomamente in case private o in alloggi di residenzialità pubblica senza un percorso che li porti ad acquisire le competenze trasversali necessari nel passaggio dal campo al condominio”, prosegue. “Il servizio si basa su percorsi personalizzati e per questo è rivolto a piccoli numeri di individui, accolti per 6 mesi, rinnovabili sino ad un massimo di 1 anno, individui che fuoriescono dai campi e che abbiano espresso la volontà di avviare un percorso di autonomia sottoscrivendo il Patto di Responsabilità Solidale, ma che tuttavia necessitano di un periodo di accompagnamento verso l’autonomia e l’autodeterminazione”, sottolinea. “Non si tratta quindi soltanto di collocare le persone in qualche struttura, ma di trasformarle da ‘fantasmi’ per la società a cittadini come tutti, con diritti ma anche con rigorosi doveri da rispettare. L’investimento messo in campo per il servizio di accoglienza diffusa produrrà inoltre un vero e proprio effetto moltiplicatore perché contribuirà a chiudere quei campi che sono arrivati a costare sino a 30 mln l’anno alle casse capitoline. Risparmi che saranno poi investiti per servizi a beneficio di tutti i cittadini”, conclude.
Sono sei i progetti selezionati con il bando “Non uno di meno”, promosso dalla Regione Lazio e dall’impresa sociale Con i Bambini per contrastare i rischi di dispersione scolastica nella fascia di età 6-13 anni e supportare le famiglie attraverso presìdi educativi nei quartieri con maggiore grado di vulnerabilità sociale del Lazio, in particolare nella fase immediatamente successiva all’emergenza sanitaria. I progetti sono sostenuti con fondi dell’avviso che metteva a disposizione complessivamente 1 milione di euro suddiviso, in modo paritetico, tra Regione Lazio e l’impresa sociale Con i Bambini. Le sei iniziative si sviluppano su tutto il territorio regionale, 3 ricadono rispettivamente nelle province di Viterbo, Rieti e Frosinone, 1 nella provincia di Roma (Castelli Romani) e 2 nel comune di Roma (quartiere di San Basilio e Lunghezza), complessivamente coinvolgono 1.850 minori tra i 6 e i 13 anni, 1.100 nuclei familiari e 100 docenti circa. Per la realizzazione di progetti saranno coinvolti complessivamente 42 partner. “Lo stanziamento da parte della Regione Lazio di 500mila euro in co-programmazione con l’impresa sociale ‘Con i Bambini’, ha come prima finalità quella di essere un sostegno concreto per i minori e le famiglie più fragili che vivono in condizione di povertà educativa”, commenta l’Assessore alle Politiche Sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli. “L’avviso pubblico ‘Non uno di meno’ – prosegue l’assessore – nasce con l’obiettivo di contrastare i rischi di dispersione scolastica con progetti pratici da realizzare nei quartieri del Lazio caratterizzati da un alto grado di vulnerabilità sociale, ma vuole anche essere di supporto ai ragazzi nell’affrontare le possibili conseguenze che la pandemia ha riversato sull’organizzazione didattica e sull’apprendimento. Investire sui giovani equivale a investire sul nostro futuro e la Regione Lazio intende dare una risposta e un aiuto a coloro che vivono importanti mesi di formazione in un contesto storico complesso e particolare come quello di un’emergenza sanitaria. Non bisogna infatti sottovalutare – conclude Troncarelli – che la povertà educativa incide ancor più in questa fase, andando così a minare possibili competenze future e aspirazioni”.
“Il bando Non uno di meno’ – dichiara Marco Rossi-Doria, Vicepresidente di Con i Bambini – rappresenta una ‘prima volta’ molto significativa ed esemplare, di collaborazione operativa pubblico-privato sociale tra la Regione Lazio e l’impresa sociale Con i Bambini che attua i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”.
All’Università La Sapienza viene prevista la possibilità, per tutti coloro che non conseguono il titolo di studio entro la prevista sessione del 31 gennaio 2021, di laurearsi in via straordinaria entro il 31 marzo 2021 senza pagare i contributi di iscrizione al nuovo anno accademico, nel rispetto dei requisiti e delle scadenze previsti dai rispettivi corsi di laurea. "Abbiamo voluto dare un aiuto concreto alle famiglie e un sostegno al Paese - afferma la rettrice Antonella Polimeni - accogliendo favorevolmente la richiesta da parte dei rappresentanti degli studenti.
nsieme a loro e agli organi di governo abbiamo lavorato per elaborare una proposta inclusiva e attuabile che tenesse conto delle difficoltà che in questo momento stanno vivendo i nostri studenti e le loro famiglie". Per ampliare la platea dei beneficiari è stata accolta così la richiesta di una sessione straordinaria prevista per il prossimo mese di marzo ed è stato esteso il periodo di laurea per le professioni sanitarie a giugno 2021. "È un momento difficile per tutti" spiega la Rettrice "e noi stiamo facendo del nostro meglio perché crediamo che la ripartenza non possa prescindere dall’università e dalla ricerca." Un’altra notizia arriva sul fronte della didattica: a partire da lunedì prossimo, 11 gennaio, gli studenti iscritti alla Sapienza potranno ritornare a studiare nelle sale lettura delle biblioteche, nelle aule messe a disposizione da alcune Facoltà dell’Ateneo ma anche nei locali delle mense universitarie di via De Lollis e viale del Castro Laurenziano, grazie alla collaborazione con DiscoLazio. Gli spazi saranno disponibili, nel rispetto delle misure anti-COVID, esclusivamente previa prenotazione online e fino a esaurimento dei posti. Le strutture sono tutte dotate di collegamento wi-fi e accessibili agli studenti disabili.
Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, visto l’incremento della curva dei contagi da Coronavirus, firmerà oggi un’ordinanza per posticipare al 18 Gennaio l’apertura in presenza delle scuole superiori. Fino a quella data continuerà ad essere attiva la didattica a distanza per gli studenti delle scuole secondarie. Nel frattempo prosegue la campagna “Scuolasicura” che offre gratuitamente a ragazzi dai 14 ai 18 anni senza prescrizione medica e al personale scolastico munito di prescrizione la possibilità di effettuare un tampone rapido.
Le università proseguiranno con la didattica a distanza come previsto dal Dpcm nazionale. “Il nostro obiettivo – spiega il vicepresidente della Giunta regionale Daniele Leodori – e quello di riaprire in sicurezza le scuole ma è doveroso farlo garantendo il massimo livello di attenzione. La Regione Lazio dopo aver potenziato il sistema dei trasporti e pronta a far ritornare gli studenti in presenza ma la curva dei contagi di questi ultimi giorni ci costringe a scegliere la prudenza”. “Dal 18 gennaio – conclude Leodori – seguiremo le indicazioni nazionali in merito alla riapertura in presenza delle scuole”.
“Il Lazio é ancora in fascia gialla, ad oggi l’unica regione italiana a non avere mai cambiato colore. Un risultato importante frutto senza dubbio delle scelte fatte in questi mesi ma soprattutto del rispetto delle norme da parte dei cittadini laziali, a cui va il mio ringraziamento. Non possiamo abbassare la guardia però”. A raccomandarsi il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “I dati di questi ultimi giorni ci dicono chiaramente che la fine dell’emergenza è ancora lontana e la curva dei contagi continua a crescere. Per questo serve, fino a che non avremo una vaccinazione di massa, continuare in questa direzione: rispettando le regole, mantenendo – sottolinea – comportamenti rigorosi e applicando tutte le misure di prevenzione. Solo in questo modo potremo contenere efficacemente la diffusione del virus”.
Diminuiscono i casi di Covid-19 nel Lazio, con Roma che rimane sui 700, ma nell’ultima settimana è raddoppiato il numero dei nuovi focolai di trasmissione. Su oltre 12 mila tamponi (+275 rispetto a ieri) si registrano 1.613 positivi (-166), 45 morti (+2) e +1.636 i guariti.
Il rapporto tra positivi e tamponi e’ a 12%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 4,5%". D’Amato ha poi sottolineato: "Il Lazio e’ tra le grandi regioni quella che e’ sempre rimasta in zona ’gialla’, ma questo non significa un semaforo verde anzi bisogna aumentare il rigore poiché l’andamento potrebbe peggiorare.
In questa ultima settimana - ha proseguito - è raddoppiato il numero di nuovi focolai di trasmissione in particolar modo relativi ad ambito famigliare ed e’ aumentata la percentuale di positività nei tamponi effettuati. Questo ci deve portare alla massima cautela". Intanto nella regione prosegue "a pieno regime" l’attività di vaccinazione e in tarda mattinata erano oltre 53 mila le dosi somministrate. A metà mese inizieranno i primi richiami. E allo Spallanzani è stata completata la vaccinazione anti-Covid della quasi totalità del personale sanitario dedito all’assistenza. Si tratta della prima struttura regionale a completare le vaccinazioni. "Un ringraziamento va a tutti gli operatori che in questi mesi con dedizione e passione hanno contrastato l’avanzata del virus" ha detto l’assessore.
"Il mio superiore Luciano Soligo mi disse: ’che c’hai i dottori a Tor Sapienza? Le annotazioni dei piantoni Colicchio e Di Sano vanno cambiate, sono troppo particolareggiate, sembra una excusatio non petita. Sembra che sia successo qualcosa, sembra che stiano mettendo le mani avanti". Lo ha affermato in aula il luogotenente dei carabinieri Massimiliano Colombo Labriola, nel processo che lo vede imputato assieme ad altri sette militari dell’Arma per presunti depistaggi alle indagini seguite alla morte di Stefano Cucchi.
Labriola, accusato di falso, all’epoca dei fatti era comandante della stazione di Tor Sapienza dove Cucchi fu portato il 16 ottobre del 2009 per trascorrere la notte in cella di sicurezza. Nel corso dell’interrogatorio è tornato sulle annotazioni scritte su quanto avvenuto quella notte dai due piantoni e che dovevano essere mandate in Procura dove era stata avviata una indagine sulla morte del geometra. Soligo,anch’egli imputato, nell’ottobre del 2009 era comandante della compagnia Montesacro. "Mi chiamo’ Soligo - ha detto nell’aula bunker di Rebibbia l’imputato - la mattina del 27 ottobre e mi chiese se avessi lette le annotazioni, aveva un tono di rimprovero. Mi disse che le annotazioni erano troppo particolareggiate, nel senso che sembrava che avessero fatto un referto, con valutazioni medico-legali. Dopo che mi ha mosso queste contestazioni, io dissi che le avevo gia’ trasmesse alla stazione Appia e lui mi riferi’ che non erano state rassegnate all’autorita’ giudiziaria". Il 27 ottobre Soligo "venne in stazione e volle vedere Di Sano e Colicchio e chiese se i detenuti giravano liberamente in caserma o venivano accompagnati. Il riferimento era all’annotazione di Di Sano. A questa contestazione mossa in presenza dei due carabinieri ha detto che le annotazioni andavano cambiate, ribadendo che erano bozze e che non erano state trasmesse all’autorita’ giudiziaria. Io percepi’ il dover cambiare le annotazioni come un ordine. Soligo non ha specificato come e chi le dovesse modificare e io non ho dato nessun input di correzione".
Un quattordicenne è rimasto ferito dopo aver preso parte a una maxi rissa tra minorenni, oggi pomeriggio a Gallarate (Varese), "organizzata" da due gruppi di giovanissimi "rivali" del varesotto. Almeno un centinaio i presenti, secondo alcune testimonianze poi raccolte dalla Polizia Locale, alcuni dei quali armati di bastoni e catene. Uno di loro avrebbe riportato una ferita alla testa non grave. A interrompere il pestaggio di gruppo è intervenuta la Polizia Locale con diversi mezzi, tra commercianti e passanti sgomenti. Per darsi appuntamento i giovanissimi avrebbero utilizzato i social e chat di WhatsApp. Sempre sui social sono poi circolati alcuni video che immortalano la scena. Ignoti i motivi dello scontro. Gli investigatori hanno già acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
La ragazza ascoltata in Procura a Milano, nell’inchiesta con al centro la figura di Alberto Genovese, ha confermato, da quanto si è saputo, di aver subito abusi sessuali dall’imprenditore del web in un festino a base di cocaina ed altre sostanze con uno schema simile a quello che il ’re’ delle start up digitali avrebbe usato con la 18enne che sarebbe stata drogata e violentata il 10 ottobre. Per quest’ultimo episodio Genovese più di due mesi fa è finito in carcere e altre ragazze, tra cui quella sentita oggi, lo accusano di abusi dopo cessione di droga. L’audizione della giovane, che aveva denunciato, è durata circa 3 ore. La ragazza, una ventenne, è stata ascoltata a verbale dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, dal pm Paolo Filippini e dagli investigatori della Squadra Mobile. Inquirenti e investigatori che nelle ultime settimane hanno già sentito decine di testimoni, tra cui molte ragazze ospiti ai festini dell’imprenditore, alcune delle quali (almeno cinque, oltre alla 18enne che sarebbe stata violentata il 10 ottobre) hanno parlato di presunti abusi subiti dopo che Genovese aveva offerto loro cocaina e altre sostanze, come la più potente ’cocaina rosa’ o la ketamina. Gli inquirenti, che stanno anche analizzando i filmati delle telecamere interne dell’attico di lusso di Genovese a Milano, stanno indagando pure su presunte violenze commesse all’estero, come a Ibiza, dall’imprenditore sempre nel corso di party a base di droga.
Un quantitativo di 122 grammi di hashish nascosto tra le fette di salsiccia secca è stato scoperto e sequestrato da agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di San Severo (Foggia). A darne notizia è il sindacato Cgil che in una nota sottolinea che: "la sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro ed è stata interessata la procura della repubblica di Foggia, che disporrà ulteriori indagini per l’individuazione dei colpevoli". Sempre nella stessa occasione gli agenti di polizia penitenziaria hanno trovato un involucro con circa 20 grammi hashish lanciato all’esterno dell’istituto in prossimità del passeggio dei detenuti.
Per il segretario regionale CGIL Puglia Gennaro Ricci "il rinvenimento conferma l’efficacia dei controlli messi in atto nella struttura detentiva per contrastare l’introduzione di quantità di stupefacenti volte ad alimentare traffici illeciti". Lo scorso 5 gennaio erano già stati scoperti altri 120 grammi di droga nascosti sempre nelle fette di salsiccia.
La Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto la richiesta della Dda di Catanzaro di ricusazione del giudice Tiziana Macrì, presidente di sezione nel Tribunale di Vibo Valentia, ritenuta incompatibile a giudicare nel maxi-processo "Rinascita-Scott" che vede imputate oltre 400 persone ed il cui inizio é fissato per il 13 gennaio. Secondo quanto sottolineato dalla Dda, Tiziana Macri, nell’ambito del procedimento penale "Rinascità-Scott", aveva emesso "in qualità di Gip del Tribunale di Catanzaro, il decreto di convalida dell’intercettazione disposta dal pubblico ministero. Il giudice - secondo la Dda - ha l’obbligo di astenersi se si trova in alcuna delle situazioni di incompatibilità funzionali stabilite dagli articoli 34 e 35 e dalle leggi di ordinamento giudiziario". Sempre a detta della Dda, la presidente Macrì non può tornare a giudicare "avendo emesso, quale Gip nell’ambito del medesimo procedimento, provvedimenti di intercettazione a contenuto decisorio con apprezzamento nel merito in relazione all’imputazione associativa e alle articolazioni ad essa strettamente connesse nel cui ambito di operatività devono essere inquadrate le posizioni degli imputati".
Circa sette chilogrammi di cocaina sono stati sequestrati nel porto di Catania da militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania in collaborazione con personale dell’Agenzia delle dogane. La droga era in un magazzino di custodia temporanea di container adibiti al trasporto di frutta esotica provenienti dall’Ecuador. Ispezioni eseguite anche con l’ausilio di unità cinofile della compagnia Pronto impiego delle Fiamme gialle di Catania hanno permesso di trovare, in uno dei containers, 6,729 chilogrammi di cocaina. La sostanza stupefacente era occultata negli sportelli del motore di refrigerazione del container e confezionata in panetti da circa un chilo ciascuno. La droga era destinata al mercato illecito di Catania dove, se messa in commercio al dettaglio, secondo stime degli investigatori, avrebbe avuto un valore complessivo di oltre un milione di euro.
Dieci bambini sono morti stamattina nell’incendio scoppiato nel reparto di maternità di un ospedale dello stato indiano del Maharashtra. Il personale ha messo in salvo altri sette dei neonati che erano in quel momento del nosocomio distrettuale di Bhandara.I bimbi morti avevano un’età compresa tra pochi giorni e tre mesi. "La causa dell’incendio non è ancora nota", hanno detto fonti ospedaliere. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha parlato di "tragedia straziante". Il leader dell’opposizione Rahul Gandhi ha definito le morti "estremamente tragiche". Le autorità hanno ordinato un’indagine immediata.
Gli Stati Uniti sono "il nostro più grande nemico". Lo ha detto il leader nordcoreano Kim Jong-un durante una riunione di partito, secondo l’agenzia ufficiale Kcna, definendo gli Usa "il più grande ostacolo alla nostra rivoluzione". La Corea del Nord ha completato i piani per un sottomarino a propulsione nucleare, ha annunciato poi Kim Jong Un. "La ricerca per la pianificazione del progetto è stata completata e sta per entrare nel processo di esame finale".
Twitter sospende in via definita l’account di Donald Trump per "il rischio che inciti ulteriormente la violenza". La rabbia del presidente americano è immediata: prova a usare l’account ufficiale @POTUS, ma Twitter rimuove immediatamente i suoi cinguetti. E quindi ricorre a un tradizionale comunicato della Casa Bianca. Si dice non sorpreso della sospensione: "Lo avevo previsto. Nel sospendere il mio account vogliono mettermi a tacere, vogliono mettere a tacere voi e i 75 milioni di grandi patrioti che hanno votato per me", dice Trump. Poi assicura: "non ci metteranno a tacere. Stiamo trattando con vari altri siti e a breve avremo un grande annuncio, nel frattempo stiamo valutando la possibilità di costruire una nostra piattaforma", aggiunge rivolgendosi ai suoi sostenitori. La decisione di Twitter sarebbe piovuta inattesa sulla Casa Bianca e avrebbe innervosito ancora di più il presidente, già su tutte le furie per il possibile secondo impeachment. Una messa in stato di accusa che Trump non capisce: "Non ha alcuna intenzione di dimettersi perché non ritiene di aver fatto nulla di sbagliato", fa trapelare la Casa Bianca. Secondo indiscrezioni, mentre erano in corso gli scontri al Congresso, Trump si aggirava soddisfatto all’interno della Casa Bianca senza capire perché nessuno esultasse con lui per quanto stava accadendo. Non solo: durante l’assalto avrebbe cercato di raggiungere telefonicamente i senatori repubblicani per convincerli a capovolgere il risultato del voto.
Il presidente eletto Usa Joe Biden ha detto di considerare “una buona cosa” che il suo successore, il presidente uscente Donald Trump, non si presenti all’inaugurazione del suo mandato il 20 gennaio. Trump ha scritto aveva scritto che non parteciperà all’inaugurazione col giuramento di Biden, come è consueto per un presidente uscente. Biden – in un evento con la vicepresidentre eletta Kamala Harris a Wilmington nel Delaware – ha risposto che, dopo il caos dell’altro ieri al Campidoglio istigato da Trump, “una delle poche cose su cui lui e io concordiamo” è che sia “una buona cosa che lui non si presenti”. Il presidente eletto Usa ha anche detto che non è suo compito consigliare o meno l’impeachment di Trump, dopo che questi ha incitato i suoi supporter che hanno invaso l’altro ieri il Campidoglio a Washington. “E’ una decisione che deve prendere il Congresso – ha aggiunto Biden – io sono concentrato sul mio lavoro”, rifrendosi soprattutto alle problematiche connesse con il Covid-19.
Intervista in esclusiva mondiale al Tg5 di Papa Francesco, in onda domenica 10 gennaio alle 20.40 su Canale 5. Nel colloquio con il giornalista Fabio Marchese Ragona, avvenuto nella residenza Santa Marta in Vaticano - annunciano in una nota Canale 5 e Tg5 - il pontefice ha affrontato vari temi, tra cui: la pandemia, il vaccino, i disordini negli Stati Uniti, l’aborto, la politica e com’è cambiata la sua vita a causa del virus. Nella serata, dedicata interamente a Papa Francesco, dopo l’intervista seguirà la proiezione del film Mediaset ’Chiamatemi Francesco - il Papa della gente’, che racconta la storia personale e spirituale di Jorge Mario Bergoglio, nato da immigrati italiani in Argentina. Il percorso racconta della sua gioventù, della vocazione e la formazione, fino a giungere alla nomina a Papa nel 2013.
Al termine del film, un commento speciale curato dal Tg5 sulle parole del pontefice, condotto da Cesara Buonamici con in studio ospiti ed esperti di prestigio.
Quattro minuti dopo il decollo si sono persi i contatti con il volo Sriwijaya Air SJ 182 sulla rotta Jakarta-Pontianak. Lo hanno confermato fonti della compagnia aerea, come riporta la Cnn.
"La perdita del contatto è avvenuta intorno alle 14" locali.
Sul Boeing 737 viaggiavano, oltre ai due piloti, 4 membri dell’equipaggio e 56 passeggeri, tra i quali 3 neonati e 7 bambini. Lo riportano media locali. "Sospetti rottami" del Boeing sono stati ritrovati in mare al largo di Giakarta. Lo ha riferito ai media indonesiani un funzionario della Protezione civile di Giakarta. Un pescatore nell’area di mare al largo di Giakarta ha raccontato di aver visto un aereo schiantarsi in mare dopo una picchiata, riportano le tv indonesiane.
501.683 le persone che in Italia, secondo l’ultimo aggiornamento, hanno ricevuto il vaccino contro il Covid. E’ quanto risulta dall’ultima comunicazione dei dati. ono questi i dati diffusi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri riferiti al periodo 27 dicembre – 8 gennaio, giornata nella quale sono state somministrate oltre 83mila dosi, secondo dato più alto dell’intera campagna vaccinale condotta sinora. Il totale delle dosi disponibili al momento è di 918.450, il che implica che al momento ne sono state somministrate il 54,6%. Destinatari dei vaccini nella grande maggioranza sono stati gli operatori sanitari e sociosanitari (oltre 414mila), mentre circa 55mila sono stati riservati a “personale non sanitario” e più di 30mila a ospiti di strutture residenziali. Le fasce d’età con il maggior numero di vaccini effettuati sono 50-59 (143.085), 40-49 (109.726) e 30-39 (85.360). In particolare, nel dettaglio delle regioni, le percentuali più alte si registrano, secondo i dati diffusi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in Campania (74,5%), Veneto (71,8%) e Toscana (71,2%). Proporzionalmente alle quantità ricevute, invece, le regioni che hanno effettuato meno vaccini sono il Piemonte (44,1%), la provincia autonoma di Bolzano (30%) e la Lombardia, ancora ultima in classifica, con il 29,7% delle dosi somministrate. In valori assoluti, invece, è il Lazio la regione con il maggior numero di somministrazioni (56.338), seguita dal Veneto (55.922) e dall’Emilia-Romagna (52.163).
"C’è un solo rimedio, purtroppo, per evitare l’ulteriore crescita dei contagi in Sicilia: adottare misure restrittive, tenendo conto anche delle indicazioni arrivate dal Comitato tecnico scientifico regionale". Lo annuncia il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, dopo il confronto avuto in mattinata con il governo centrale, durante il quale è stata rappresentata "questa nostra preoccupazione e condivisa la necessità di anticipare l’entrata in vigore della ’zona arancione’, che, comunque, sarebbe stata dichiarata da Roma nelle prossime giornate.
Una decisione che ci fa guadagnare una settimana di tempo, in un quadro nazionale e internazionale di crescita esponenziale del contagio". Alle consuete regole previste dal Protocollo nazionale per la "zona arancione", nell’ordinanza appena firmata dal presidente Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, sono state aggiunte delle misure ancora più restrittive. Ecco quali. Vengono mantenuti i controlli per i passeggeri in arrivo nell’Isola (registrazione obbligatorio sul sito dedicato e tampone rapido), così come la riduzione dei voli da e per la Sicilia. Previste misure di distanziamento interpersonale negli esercizi commerciali, con la previsione di screening per gli operatori. I sindaci hanno la facoltà di regolamentare l’accesso nelle zone commerciali per evitare gli assembramenti. Prevista la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 16 gennaio per le scuole elementari e medie inferiori e fino al 30 gennaio per gli istituti superiori. Analoghe disposizioni potranno essere adottate da parte della Conferenza dei rettori. Prosegue normalmente, invece, l’attività in presenza per nidi, asili e scuole dell’infanzia. "Sono certo - afferma Musumeci - che tornerà a prevalere la responsabilità collettiva. Sarebbe assurdo se per la indisciplina di una minoranza si dovessero pagare, ancora, costi sociali ed economici enormi. Una parte importante, come sempre, per garantire l’effettività di queste misure - conclude il presidente della Regione - è affidata alle Forze dell’ordine. Auspico pertanto che vi sia una maggiore presenza, con il ricorso a tutto il personale disponibile, anche delle associazioni di volontariato della Protezione civile regionale".
"Rivolgo un appello a tutti coloro che possono fare a meno di uscire di casa e che possono operare a distanza attraverso la tecnologia di lavorare e studiare da casa. E di non uscire se non per stretta necessità. In particolare rivolgo un appello a tutto il mondo della scuola perché non spinga le famiglie ad andare a scuola in presenza. La mia non è una crociata contro la didattica in presenza, che anche per me e senza alcun dubbio è preferibile a quella a distanza". Lo scrive su facebook il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo la decisione del governo di inserire la Puglia in zona gialla da lunedì prossimo. "Capisco - dice - di avere preteso molto dai valorosi insegnanti pugliesi chiedendogli di seguire nello stesso momento sia gli studenti in presenza in classe, sia quelli a casa attraverso il computer. Voglio ringraziarli per questo sforzo senza del quale non avremmo potuto far abbassare i contagi scolastici che dopo il 24 settembre si erano moltiplicati a dismisura. Abbiate pazienza, in questo momento non è possibile avere l’ottimo e dobbiamo accontentarci del meglio possibile, dando priorità alla salute senza pregiudicare del tutto la didattica".
Cinque regioni in fascia arancione e una situazione che peggiora nuovamente in tutta Italia, con l’indice di diffusione del virus che per la prima volta dopo sei settimane torna superiore all’1 a livello nazionale e 12 regioni a rischio alto. I dati della cabina di regia confermano quel che era evidente da giorni: il Covid ha ripreso a correre ed è quindi fondamentale contenerne la diffusione per evitare la terza ondata.
"Vanno mantenute le misure" in atto, confermano gli esperti invitando il governo a "rafforzare" le restrizioni. E la stretta arriverà con il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio, a partire dalla conferma del divieto di spostamento anche tra le regioni in zona gialla. Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto saranno in fascia arancione da domenica, con il ministro della Salute Roberto Speranza che ha firmato le nuove ordinanze: "dobbiamo tenere il massimo livello di attenzione, il virus circola molto e l’indice di contagio è in crescita".
Bar e ristoranti saranno chiusi, le scuole superiori proseguiranno con la didattica a distanza e sarà vietato uscire dal proprio Comune, ad eccezione degli spostamenti da quelli con popolazione fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 chilometri dai confini.
A far scattare la zona arancione per le 5 regioni sono state le modifiche introdotte con il decreto del 5 gennaio, che hanno abbassato la soglia dell’Rt che determina il posizionamento nelle fasce: con Rt superiore a 1,25 anche nel valore minimo e rischio moderato si passa in zona rossa, con Rt ad 1 si va in arancione. Condizione quest’ultima in cui si trovavano la Calabria (1.04 nel valore mimino), l’Emilia Romagna (1.03) e la Lombardia (1.24). La Sicilia ha invece un Rt minimo a 0.99 e un rischio moderato ma è stata la stessa Giunta, sulla base di quanto suggerito dal Cts regionale, a chiedere di essere collocata in fascia arancione. Discorso simile per il Veneto: l’Rt è a 0.96 nel valore minimo ma il rischio di peggioramento è alto visto che il tasso di incidenza a 14 giorni è di 927 su 100mila abitanti a fronte di una media nazionale di 313. Le ordinanze saranno in vigore fino al 15 gennaio, data in cui scade il Dpcm, e con il nuovo provvedimento verranno valutate eventuali proroghe. La nuova classificazione riapre però lo scontro tra Regioni e governo: "è una cosa demenziale - spara il governatore della Campania Vincenzo De Luca - così mandiamo al manicomio un paese intero". Il modello, aggiunge Attilio Fontana, crea "solo incertezze e danni economici rilevantissimi". La risposta arriva dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia: con il sistema delle fasce "si evita il lockdown", ipotesi che per il momento a palazzo Chigi non vogliono prendere in considerazione. Quello che però è già certo è che ci sarà un’ulteriore stretta. Il monitoraggio indica 12 regioni e province autonome a rischio alto e 8 a rischio moderato, con 13 regioni che hanno un tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva e nelle aree mediche sopra la soglia critica. La settimana prossima dunque, se i dati peggioreranno come si aspettano gli esperti, altri territori passeranno in zona arancione o rossa. L’epidemia, dicono gli esperti, è "in una fase delicata che sembra preludere un nuovo rapido aumento di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti". Il governo inizierà a lavorare sulla bozza da lunedì, ma alcuni punti sono già definiti e Speranza li illustrerà alla Camera il 13. Verrà confermato il coprifuoco alle 22 e la zona gialla ’rafforzata’, dunque con il divieto di spostamento tra le regioni. E’ invece ancora aperta la discussione se confermare o meno la possibilità di muoversi una sola volta al giorno in massimo due persone per andare a trovare parenti e amici, nell’ambito della regione se gialla, solo in ambito comunale se arancione o rossa. Per bar e ristoranti sarà confermata l’apertura nelle regioni gialle fino alle 18 mentre dovrebbero ancora rimanere chiuse palestre e piscine. L’ipotesi su questo fronte è di legare aperture e chiusure al sistema delle fasce, con la possibilità di consentire gli allenamenti nelle regioni gialle, ma prima dovrà esprimersi il Cts. Discorso a parte per la scuola: il Dpcm in vigore prevedeva il ritorno in presenza per i ragazzi delle superiori dal 7 ma già il governo aveva posticipato a lunedì 11 e diverse regioni hanno rinviato ulteriormente la scadenza, chi al 18 gennaio chi al 25 e chi al 1 febbraio. Non è affatto escluso, dunque, che l’esecutivo decida di intervenire nel nuovo Dpcm e posticipare il ritorno in classe almeno al 1 febbraio, per evitare che ogni regione vada in ordine sparso.
“C’è un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuto ad un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA”. E’ quanto si legge nelle conclusioni del Monitoraggio settimanale della Cabina di regia. “L’epidemia si trova, quindi, in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti.Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni/PPAA”.
“Incomprensibile e devastante il balletto cromatico che divide l’Italia in zone. Non è più sostenibile questo cambio continuo e repentino delle misure applicate per il contenimento della pandemia”. Così spiega in un comunicato Stefano Di Niola, segretario della CNA di Roma. “Basta fare un giro per la città di Roma – continua – per notare come molte realtà commerciali, dai bar ai ristoranti, rimangono chiuse, nonostante la zona gialla. Non hanno il tempo e la certezza per programmare il reperimento delle materie prime e richiamare il personale. La vita di un imprenditore necessita di maggiori programmazioni e sicurezze affinché possa tenere in vita la sua attività”. Di Niola poi aggiunge: “Comprendo la necessità di adeguare le misure in base ai dati del contagio ma non può essere una decisione settimanale o in alcuni casi quotidiana. Gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte, e lo stanno dimostrando, ora tocca alle istituzioni fare la loro. Altrimenti si aggraverà ulteriormente quella che già è una catastrofe economica”.
"Sebbene siano divenuti meno marcati per via delle notizie diffuse riguardo alla distribuzione dei vaccini in un prossimo futuro, i rischi per le prospettive a venire restano orientati verso il basso a causa degli effetti della pandemia" di coronavirus "sulle condizioni economiche e finanziarie". Lo sottolinea la Bce nel Bollettino economico appena diffuso. "Guardando al futuro, le aspettative di crescita nel medio termine restano strettamente legate alla graduale evoluzione della pandemia e al buon esito della distribuzione dei vaccini contro il COVID-19. Sebbene l’avvio tempestivo della distribuzione dei vaccini costituisca un fattore determinante nel sostenere le aspettative di una rapida ripresa, occorrerà del tempo prima che si raggiunga un’immunità generalizzata e che l’economia, mondiale e dell’area dell’euro, sia in grado di tornare alla ’normalità’ ", sottolinea la Bce spiegando che "secondo un’indagine svolta presso alcune grandi imprese al fine di verificare cosa possa intendersi per “normalità” nel lungo termine, la pandemia dovrebbe comportare una maggiore digitalizzazione e un più ampio ricorso al telelavoro, accompagnati da aspettative di una persistente e più elevata produttività, ma, nel contempo, dal perdurare di un calo della domanda". Nell’attuale "contesto di incertezza e al fine di ridurre i rischi di isteresi, le condizioni accomodanti della politica monetaria adottata dalla BCE continueranno a sostenere la domanda interna, mentre le misure di bilancio e a tutela dell’occupazione attualmente in vigore dovrebbero continuare a favorire i consumi privati".
Il leader della Lega Matteo Salvini era presente nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo per l’udienza preliminare in cui è imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atto d’ufficio per aver vietato lo sbarco a Lampedusa, ad agosto del 2019, di 107 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola Open Arms. L’udienza si è aperrta e poco dopo è stata rinviata a febbraio. Blindate le strade circostanti il bunker dove una decina di manifestanti hanno atteso invano Salvini che ha raggiunto l’aula da un’entrata secondaria.
E’ cominciata con la richiesta di costituzione delle parti civili l’udienza preliminare nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Hanno chiesto di costituirsi 7 dei migranti trattenuti a bordo della nave catalana, Legambiente, Arci, l’associazione Accoglie Rete, Giuristi Democratici, il Ciss, Open Arms, Mediterranea Saving Humans, Cittadinanza Attiva e il comandante dell’imbarcazione spagnola a cui fu impedito l’attracco Reig Creus. Sulle richieste la difesa di Salvini si è rimessa al gup Lorenzo Jannelli che sta esaminando gli atti di costituzione. L’accusa è rappresentata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal pm Gery Ferrara.
Letizia Moratti sarà vicepresidente e assessore al Welfare nella nuova giunta della Lombardia. E’ quanto ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana. Assieme a Letizia Moratti, entrano in giunta anche due deputati della Lega che hanno fatto parte del primo governo Conte e cioè l’ex ministro per la Famiglia Alessandra Locatelli e l’ex sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Guido Guidesi. Giulio Gallera non avrà alcun incarico nella nuova giunta della Lombardia. E’ quanto ha spiegato il presidente della Regione Attilio Fontana. "Giulio Gallera ha svolto un lavoro molto pesante, era particolarmente stanco e quindi ha condiviso l’avvicendamento", ha detto Fontana. "Abbiamo questo obiettivo che siamo assolutamente convinti di poter raggiungere, cioè rimettere la Lombardia davanti a tutti nella ripresa e tornare a essere la locomotiva di una parte dell’Europa": è quanto ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana, presentando la nuova giunta. Fontana ha ricordato che "il momento è difficile, forse il più difficile che la regione sta affrontando dopo la seconda guerra mondiale, e lavoreremo con grande impegno e determinazione per contribuire al grande rilancio della nostra regione". "Nessun rimpianto - dichiara l’ex assessore Gallera - ho sempre inteso la politica come servizio per i cittadini. Dopo mesi senza sosta, ritengo concluso il mio ’turno di guardia’". . "A seguito della decisione dei partiti della coalizione di portare alcuni avvicendamenti all’interno della Giunta - sottolinea Gallera - ho ritenuto concluso il mio turno di guardia. Al di là delle fantasiose ricostruzioni, non ho preteso nessun altro incarico amministrativo. Quest’ultimo anno mi ha fortemente provato, il coronavirus non ha concesso alcuna tregua".
“Alle elezioni si va più spesso per incidente che per disegno. Razionalmente è una follia, ma gli incidenti possono capitare”. Lo ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio e della commissione Ue, Romano Prodi, nel corso della trasmissione Titolo V, su Rai 3. “Se Renzi vuole andare fino in fondo – ha aggiunto il Professore – è chiaro che mancano i numeri” al governo. Sul Recovery Fund – ha aggiunto Prodi – a Bruxelles ci sono preoccupazioni, “non perché non abbiamo ancora consegnato il lavoro, ma per le tensioni che loro vedono così forti in Italia. La paura di Bruxelles è che non cominci il cammino di consegna dell’Italia. Se su ogni tema si discute, se le richieste sono per 600 miliardi e ce ne sono disponibili 200, chi prende le decisioni? Questo li preoccupa”.
Conte dovrebbe "prendere atto che questa esperienza di governo è conclusa". Per Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole ed esponente di Italia Viva, una svolta nel governo è insomma inevitabile, e bisogna "provare a capire se si è in grado di riscrivere un nuovo patto di governo: io credo lo capiscano anche i bambini che ormai questa è un’esperienza consunta e che a questa agonia bisogna mettere fine". In un’intervista al Messaggero, il ministro spiega che "non abbiamo mai fatto né una questione personale, né tantomeno di nomi. A noi va bene chiunque sarà in grado di garantire quella discontinuità che chiediamo ormai da mesi. Se è lo stesso Conte, o qualcun altro, esito di una nuova sintesi tra le forze di maggioranza, tutto sommato poco cambia rispetto all’enorme posta che è in gioco". Sul Recovery, invece, bisogna "andare quanto prima in Cdm e approvare il Piano. Non siamo mai stati e non saremo noi a bloccarlo. Finché ci sarà lo spazio per migliorarlo lo faremo. Ma se il Piano puntuale non dovesse arrivare almeno 24 ore prima del Cdm, allora evitassero di convocarmi. Quel Piano non è di Conte, né
di Gualtieri, né di Bellanova. E’ il Piano strategico di un Paese che si rimette in marcia". Poi, "il Mes serve al Paese e ai cittadini che hanno diritto ad una sanità che funzioni. Se tutto questo per i 5Stelle vale meno di un feticcio ideologico è un problema loro". Infine, conclude, "se Bellanova e Bonetti si dimettono verrà meno una delle forze che hanno dato vita a questo governo, la sua anima riformista, una componente politica che ha lavorato solo ed esclusivamente nell’interesse del Paese, ha posto temi seri e rilevanti, ci ha sempre messo la faccia. Quello che farà Conte
non lo so".
Sei italiani su dieci approfitteranno dei saldi invernali per fare acquisti: una percentuale leggermente in crescita rispetto al passato: 64% contro 61,8% di gennaio 2020 e 61,6% nel gennaio 2019. Lo rivela l’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui diminuisce invece la spesa a famiglia destinata allo shopping scontato: 254 euro contro i 324 euro dell’anno passato, quindi 70 euro in meno. Il 35% dei consumatori acquisterà in saldo online a discapito dei negozi tradizionali, una percentuale in forte crescita (+13,7%). In vistoso aumento (+7,9%) la percentuale di chi attribuisce maggior importanza al prezzo dei prodotti, a discapito della ricerca della qualità, a testimonianza delle difficoltà economiche che stanno attraversando le famiglie italiane in questo periodo. Secondo l’indagine, gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente capi di abbigliamento (il 96,6% contro il 95,9% del 2020, quindi con un aumento dello 0,7%) e calzature (l’89,3% contro l’82% del 2020, quindi con un rialzo del 7,3%). Scende invece la preferenza per accessori (33% con un calo del 4%) e biancheria intima (25,5% con una flessione del 4,5%). Confcommercio fa poi notare che è in vistoso aumento la percentuale dei consumatori che giudica positivamente la qualità dei prodotti venduti a saldo (94,1% contro 86,4% del gennaio 2020) e che oltre il 77% dei rispondenti ha dichiarato di sentirsi "molto o abbastanza tutelato" quando acquistano a saldo, l’8,2% in più di gennaio scorso.
L’esasperazione per le risorse stanziate dal Governo giudicate dagli operatori assolutamente insufficienti per tenere in piedi il comparto
La filiera del turismo saluta tiepidamente la nuova iniezione di risorse nel Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) che dovrà impiegare le risorse del Recovery Fund. Otto miliardi rispetto ai 3 iniziali sono già un segnale ma sono ancora troppo pochi considerando che vanno spartiti con la Cultura, secondo quanto si evince dalla bozza inviata alle forze di maggioranza, laddove si prevede nelle tabelle che 1,90 mld sono destinati a Cultura 4.0, altri 3,4 mld a siti minori, aree rurali e perfierie e 2,70 mld per i "grandi attrattori turistico-culturali". Ed è così che alcuni dei principali rappresentanti delle aziende del turismo, attendono le prossime mosse del governo, ovvero capire a che c osa saranno destinati realmente i fondi. "Non siamo ancora soddisfatti sulle somme destinate al turismo. E’ ancora poco rispetto al fatto che il turismo rappresenta il 13,5% del Pil. Otto miliardi sono pochi sia per il Turismo che per la Cultura". E’ l’opinione di Vittorio Messina, presidente di Assoturismo-Confesercenti. "Noi non vogliamo assistenzialismo ma fondi per gli investimenti" sottolinea l’imprenditore che guida l’associazione dell’intersa filiera turistica, dai ristoranti, agli alberghi, dalle strutture ricettive agli stabilimenti balneari, alle agenzie di viaggi. "Qui si tratta di destinare cifre importanti per una ripartenza in tempi più o meno brevi per garantire l’esistenza in vita delle imprese della filiera del turismo".
Jake Angeli, lo "sciamano" di QAnon che ha guidato l’assalto al Congresso mercoledì, è stato arrestato per irruzione illegale e violenta e per condotta disordinata. Con lui sono finiti in cella anche Richard Barnett, l’uomo entrato con la forza nell’ufficio di Nancy Pelosi, e Adam Johnson, che ha rubato il podio della speaker della Camera statunitense. Sono tutti accusati per il loro coinvolgimento nella rivolta. La Polizia, nella visione dei filmati dell’assalto, starebbe per eseguire altri fermi non solo a Washington.
"Il 2020 si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l’ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all’estero. Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni". L’amaro bilancio è di Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio. "Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’è ben poco, ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund", aggiunge.
I presidenti delle 5 Regioni che da lunedì entreranno nella zona di rischio arancione - Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Calabria, Sicilia - chiedono con una lettera al governo "di fornire doverose e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e la loro quantificazione". Questo per evitare, scrivono Zaia, Bonaccini, Fontana, Spirlì e Musumeci - "ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite e per scongiurare chiusure".
Sono 19.978 i nuovi casi di coronavirus in Italia, a fronte di 172.119 tamponi eseguiti (in crescita rispetto ai 140.267 test di venerdì). Lo rileva il bollettino del ministero della Salute, secondo cui sono 483 le vittime, che salgono così a 78.394 da inizio pandemia (ieri erano state 625). I guariti sono 17.040. Crescono gli ingressi in terapia intensiva (+6), mentre diminuiscono i ricoveri in ospedale (-53). Tasso di positività all’11,6% (-0,9%).
Ecco la situazione Regione per Regione
LOMBARDIA - Sono 2.506 i nuovi contagi da coronavirus in Lombardia secondo il bollettino reso noto oggi. Da ieri sono stati registrati altri 63 morti.
VENETO - Sono 3.100 i contagi da coronavirus in Italia resi noti oggi, 9 gennaio, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 82 morti che portano il totale a 7.345 dall’inizio dell’emergenza, legata all’epidemia di Covid-19.
PIEMONTE - Sono 1.575 i nuovi contagi da coronavirus in Piemonte secondo il bollettino reso noto oggi. Da ieri sono stati registrati altri 32 morti, di cui uno oggi.
TOSCANA - Sono 529 i nuovi contagi di coronavirus in Toscana secondo il bollettino di oggi. Si registrano altri 10 morti.
EMILIA ROMAGNA - Sono 1.790 i contagi da coronavirus resi noti oggi in Emilia Romagna su un totale di 15.467 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è quindi del 11,6%. Da ieri sono segnalati altri 69 morti.
PUGLIA - Sono 1.499 i nuovi contagi da coronavirus in Puglia secondo il bollettino reso noto oggi. Da ieri sono stati registrati altri 27 morti. I tamponi effettuati da ieri sono stati 10.880. Dei nuovi casi 494 in provincia di Bari, 127 in provincia di Brindisi, 161 nella provincia BAT, 248 in provincia di Foggia, 181 in provincia di Lecce, 272 in provincia di Taranto, 11 residenti fuori regione, 5 residenti in provincia non nota.
VALLE D’AOSTA - In Valle d’Aosta si sono registrati 12 nuovi casi di persone positive al Covid rispetto a ieri. l totale degli attuali positivi è di 437, 50 dei quali sono ricoverati in ospedale, 1 in terapia intensiva e 386 in isolamento domiciliare. I dati sono forniti dal bollettino di aggiornamento della Regione.
LAZIO - Oggi nel Lazio su quasi 12mila tamponi (-632) si registrano 1.543 casi positivi (-70), 54 i decessi (+9) e +1.175 i guariti. Diminuiscono i casi e i ricoveri, mentre aumentano i decessi e le terapie intensive.
SARDEGNA - Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale sono stati rilevati 305 nuovi casi. Si registrano anche 7 decessi (817 in tutto).
SICILIA - Sono 1.839 i nuovi casi di Covid-19 registrati oggi in Sicilia, secondo l’ultimo bollettino, a fronte di 10.427 tamponi effettuati. Si registrano altri 31 decessi. Sono invece 1.082 i pazienti dimessi e guariti e 40.398 gli attuali positivi. Di questi 1.256 sono ricoverati in regime ordinario, 205 in terapia intensiva e 38.937 in isolamento domiciliare.